Nel 2020, più di 840 strutture sono state demolite o sequestrate dalle autorità israeliane in Cisgiordania, costringendo almeno 518 bambini e le loro famiglie a lasciare le loro case. La denuncia viene da Save the Children che parla del trascorso anno come del “peggiore dal 2016” per i minori palestinesi sfollati in Cisgiordania. “Le demolizioni nel territorio occupato – rimarca l’organizzazione – hanno riguardato direttamente più di 2.600 bambini in totale. Tra gennaio e dicembre scorsi, inoltre, le autorità israeliane hanno demolito centinaia di strutture per l’agricoltura, tende e roulotte, allontanando circa mille persone dalle loro case. Solo nel mese di novembre, 73 persone, tra cui 41 bambini, hanno perso la loro abitazione”. Preoccupazione anche per le scuole: “Ci sono attualmente 53 scuole che rischiano di essere demolite in Cisgiordania e a Gerusalemme est. Secondo le stime, 5.250 bambini corrono il rischio costante di vedere la loro scuola distrutta e perdere così il diritto all’istruzione”. Senza casa e senza scuole, afferma Save the Children, “le famiglie sono state costrette a cercare rifugio presso amici o famiglie allargate, a trovare altre fonti di sostentamento e ricostruirsi una nuova vita. Ad aggravare ulteriormente la loro situazione l’impatto economico della pandemia di Covid-19”. A ciò si aggiunga l’impegno disatteso delle autorità israeliane di fermare le demolizioni delle abitazioni durante la pandemia. “Anche il blocco delle demolizioni delle case a Gerusalemme est, annunciato il 1° ottobre scorso – denuncia l’organizzazione -, non è stato rispettato nel momento in cui le autorità israeliane hanno raso al suolo l’abitazione di una famiglia di cinque persone a Sur Bahir a novembre”. “La demolizione di una casa, di una scuola o di altre infrastrutture fondamentali, soprattutto durante una pandemia, distrugge il diritto dei bambini all’istruzione e ad avere una casa e ha un impatto devastante sul loro futuro, sulla loro salute, sulla loro sicurezza e sul loro benessere”, afferma Jason Lee, direttore di Save the Children nei Territori palestinesi occupati. “In quanto potenza occupante, Israele ha il dovere di proteggere i diritti dei bambini. Esortiamo pertanto il governo israeliano a mettere da parte tutti gli ordini di demolizione esistenti per le scuole, le case e le infrastrutture vitali, in linea con i suoi obblighi internazionali. In caso contrario – dichiara Lee – ancora più bambini non avranno una casa o un’istruzione e l’impatto che la pandemia sta già avendo sulle loro vite sarà ancora più grave. Le scuole non dovrebbero mai essere un obiettivo”.