Infermieri, medici, persone impegnate in ambito sanitario per professione o come volontari e dunque tutti in prima linea nella lotta contro la pandemia: sono loro ad animare un percorso quaresimale di riflessione promosso dalla diocesi di Porto-Santa Rufina. Ogni settimana, sulle pagine social e sul canale YouTube della diocesi, viene pubblicato un video commento che parte dal Vangelo della domenica e viene declinato alla luce dell’enciclica “Fratelli tutti”. “I ricoverati per coronavirus hanno trovato spesso nei sanitari persone disposte a tessere una relazione di prossimità e di fraternità – afferma la direttrice della Caritas diocesana di Porto-Santa Rufina, Serena Campitiello –. Le loro meditazioni nel cammino quaresimale offrono momenti di umanità vera per meditare il percorso verso la Pasqua di Risurrezione. Sono strade aperte per recuperare l’essenziale della vita cristiana nel tempo della penitenza”. Ad inaugurare il percorso è Michele Sardella, infermiere al Policlinico Gemelli, diacono e direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale della salute, che offre una riflessione a partire da una domanda: cosa significa convertirsi alla fraternità insegnata dal Vangelo, nella gioia e nella sofferenza? “Seguire Cristo – risponde Sardella –significa stare accanto anche nella sofferenza. Gesù non ci ha spiegato il senso del dolore, ma ci si è messo accanto, sostenendo i nostri limiti e le nostre fragilità anche in questo tempo di pandemia. Come comunità cristiana dobbiamo essere consapevoli che possiamo essere accanto agli altri anche stando distanti”.