“Nel 2020 l’economia della Palestina si è contratta del 10-12%, evidenziando uno dei peggiori cali annuali dalla creazione dell’Autorità Palestinese nel 1994”. È quanto emerge dal Rapporto preparato dall’Ufficio del coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medio Oriente (Unsco), presentato il 23 febbraio scorso all’incontro semestrale del Comitato di collegamento ad Hoc (Ahlc), che ha la funzione di coordinare gli aiuti alla Palestina ed è composto da Usa, Ue, Onu, Fondo monetario internazionale, Banca mondiale, Russia, Norvegia, Giappone, Arabia Saudita, Canada, Palestina, Israele, Giordania, Egitto e Tunisia. Secondo quanto riferisce l’ambasciata palestinese in Italia che cita l’agenzia palestinese Wafa, il 2020 è stato un anno particolarmente accidentato per i palestinesi, le loro istituzioni e la loro economia, a causa della pandemia e di una crisi finanziaria senza precedenti. Il Rapporto informa che durante il primo lockdown della primavera scorsa circa 150.000 palestinesi hanno perso il lavoro, avvertendo che un simile impatto è prevedibile anche adesso. Per questo motivo quasi la metà della popolazione palestinese necessita di aiuti umanitari. Alla luce di questi dati, il coordinatore speciale, Tor Wennesland, spera che i donatori facciano un passo avanti per elargire il proprio sostegno. Dipendendo dall’impegno dei donatori, le Nazioni Unite potranno velocizzare la creazione di posti lavoro e il sostegno alle imprese, soprattutto medio-piccole. Per quanto riguarda l’emergenza Covid, Wennesland ha sottolineato come, “attraverso gli sforzi dell’Organizzazione mondiale della sanità e dell’Unicef, le Nazioni Unite stiano facilitando la prontezza del governo palestinese nel ricevere e amministrare i vaccini, anche attraverso lo strumento globale del Covax-Amc”. Spetta anche ai leader israeliani il compito di “far sì che il popolo palestinese possa riprendersi da un anno così difficile”. Il Rapporto contiene un appello alla comunità internazionale, non solo perché sostenga una vasta gamma di progetti umanitari e di sviluppo, ma anche perché fornisca l’assistenza tecnica necessaria a portare a compimento le riforme economiche intraprese dal governo palestinese. In particolare, Wennesland preme per il rafforzamento delle relazioni economiche tra Palestina e Israele. Tuttavia, proprio a proposito di Israele, nel corso della riunione del 23 febbraio Ine Eriksen Soreide, ministra degli Esteri della Norvegia e presidente dell’Ahlc, ha dichiarato che “l’economia palestinese non potrà dispiegare tutto il suo potenziale finché i palestinesi non avranno pieno accesso alla loro terra e alle loro risorse, muovendosi e commerciando dentro e fuori dai propri territori”.