“Confermiamo la nostra posizione comune che la vaccinazione, in quanto procedura medica, non ha una componente religiosa e non impedisce l’esercizio della libertà religiosa”. Lo riporta una dichiarazione del Consiglio panucraino delle Chiese e le organizzazioni religiose, guidato quest’anno da Sviatoslav Shevchuk, capo e padre della Chiesa greco-cattolica ucraina. Viene chiesto alle autorità di garantire che la vaccinazione sia su base volontaria, perché “nemmeno una pandemia può diventare motivo di introduzione di un controllo totalitario sull’essere umano”.
La dichiarazione viene diffusa con l’avvio della campagna di vaccinazione anti-Covid 19 in Ucraina. “Non vi è alcun divieto di vaccinazione nelle nostre norme canoniche, poiché la questione è di competenza dei professionisti medici”. I rappresentanti delle Chiese, però, chiedono che le vaccinazioni siano di “natura volontaria”, somministrate senza “condizioni di coercizione palese e occulta, violando in tal modo i diritti umani naturali”, e che le autorità pubbliche garantiscano “la disponibilità dei vaccini per chi ne ha bisogno, in particolare per coloro che si sono impoveriti dalla recessione economica a causa della pandemia”. “Dovremmo – si legge nella dichiarazione – pensare anche a chi è pronto a comprare un vaccino e farsi vaccinare senza indugio, ma non può farlo perché il suo turno nella lista per la vaccinazione gratuita è ancora lontano”. Infine, il Consiglio panucraino delle Chiese chiede alla leadership dello Stato e alle autorità di pubbliche di “svolgere con massima coscienza” la funzione di “testare l’efficacia e la sicurezza dei farmaci”, in modo “che il nostro popolo possa fare una scelta per la propria salute pienamente consapevole, argomentata e responsabile”.