La Presidenza della Commissione delle Conferenze episcopali dell’Unione europea (Comece) ha inviato una lettera al presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, per esprimere la preoccupazione dell’episcopato Ue in merito ad “alcuni argomenti e punti chiave” insiti nella Risoluzione del Parlamento europeo del 26 novembre 2020 sul diritto all’aborto in Polonia. Due i punti contestati: la questione delle competenze entro le quali l’Unione europea è chiamata ad agire e il principio dell’obiezione di coscienza. “Da un punto di vista giuridico – scrive la Presidenza della Comece – vogliamo sottolineare che né la legislazione dell’Unione europea, né la Convenzione europea dei diritti umani prevedono un diritto all’aborto. La questione è di competenza dei sistemi giuridici degli Stati membri”. Uno dei principi fondamentali dell’Unione europea è il principio di attribuzione, in base al quale “l’Unione agisce esclusivamente nei limiti delle competenze a lei conferite dagli Stati membri nei trattati”. La Comece sottolinea che “il rispetto dello Stato di diritto è essenziale per il funzionamento dell’Unione” ma “richiede anche il rispetto delle pertinenze degli Stati membri e delle scelte da essi operate nell’esercizio delle loro esclusive competenze”. I vescovi Ue si definiscono allarmati anche “dal fatto che la Risoluzione sembri contestare il diritto fondamentale all’obiezione di coscienza, che deriva dalla libertà di coscienza”. “Ciò è particolarmente preoccupante, se si considera che nel settore sanitario gli obiettori di coscienza sono, in molti casi, oggetto di discriminazione. A nostro parere, tale ingiusta stigmatizzazione non dovrebbe essere promossa”. E sempre riguardo al diritto all’obiezione di coscienza, i vescovi – citando la Carta dell’Unione europea – chiedono al Parlamento europeo di “rispettare le tradizioni costituzionali nazionali e lo sviluppo delle legislazioni nazionali in materia”. La lettera è firmata dal card. Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo e presidente della Comece, insieme ai vice-presidenti mons. Mariano Crociata, vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno (Italia), mons. Franz Josef Overbeck, vescovo di Essen (Germania), mons. Noel Treanor, vescovo di Down and Connor (Irlanda), e mons. Jan Vokal, vescovo di Hradec Králové (Repubblica Ceca).