Terrorismo islamico: Mele (ReaCT2021), lo Stato Islamico arruola il Coronavirus

Nonostante la sconfitta, le molteplici e continue attività di propaganda svolte dal sedicente Stato Islamico, durante l’emergenza sanitaria legata al Covid-19 e soprattutto i recenti attentati di Parigi, Nizza e Vienna “hanno ricordato quanto questa organizzazione terroristica sia ben lontana dal poter essere considerata come una minaccia da archiviare ma si trovi, in realtà, in una fase di riorganizzazione”. Ad affermarlo è Stefano Mele, della Commissione sicurezza cibernetica del Comitato atlantico italiano e Presidente di ReaCT, all’interno del secondo rapporto dell’Osservatorio sul radicalismo e il contrasto al terrorismo (ReaCT2021), presentato oggi. Mele affronta il tema della propaganda terroristica online dello Stato Islamico e di Al Qaeda durante l’emergenza Covid-19. “Per mantenere saldo il vincolo con i militanti, sia lo Stato Islamico che Al Qaeda hanno continuato ad affermare la propria identità puntando anzitutto sulla propaganda e sul proselitismo attraverso Internet e le tecnologie. L’analisi complessiva delle loro attività online durante la pandemia – spiega l’esperto – se da un lato restituisce un notevole intensificarsi di queste attività, dall’altro conferma le narrazioni preesistenti e la più ampia strategia di comunicazione, dettata principalmente dalle differenti posizioni di forza attualmente esercitate da queste due organizzazioni terroristiche”. Lo Stato Islamico, proseguendo nella sua  narrazione “sempre particolarmente aggressiva e conflittuale” ha identificato il Coronavirus come un vero e proprio “soldato di Allah”, un alleato capace di offrire al loro network “un’opportunità unica per colpire gli infedeli senza alcuna pietà e quando meno se lo aspettano”. L’attenzione si è concentrata in particolar modo nei confronti dei militari e delle Forze di polizia dispiegati per le strade e per i vicoli a causa dell’emergenza sanitaria, La propaganda di Al-Qaeda in pandemia, invece, afferma Mele, si è basata su narrative molto più “suadenti e insolitamente concilianti nei confronti dei non-musulmani, tese anzitutto a perseguire quella politica ‘del cuore e della mente’ da tempo indirizzata ad affascinare i musulmani comuni e gli occidentali occasionali”. Non è un caso, quindi, che “la quasi totalità delle loro dichiarazioni durante questo periodo abbiano puntato su un invito generale ad aderire all’Islam dopo che – si legge – il Coronavirus ha reso impotenti economie, eserciti e governi forti”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori