Saranno oltre 220 i miliardi che verranno spesi per il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), una delle priorità del Governo Draghi appena insediato. “Come previsto dall’art.1 comma 1044 della legge di bilancio 2021 (L. 30 dicembre 2020, n. 178), entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge devono essere definite le modalità di rilevazione dei dati di ciascun progetto, da rendere successivamente disponibili in formato aperto e rielaborabile. Pertanto, le organizzazioni della società civile chiedono che entro il 28 febbraio 2021 su proposta del ministro dell’economia e delle finanze venga emanato tale Decreto”, si legge in una nota.
Con l’obiettivo di creare un’ampia campagna di monitoraggio civico e di ottenere uno strumento pubblico e aperto sul tracciamento dei dati finanziari legati al Piano, annuncia la nota, “la società civile si fa promotrice della creazione di un Osservatorio nazionale indipendente a cui hanno sinora aderito alcune delle principali organizzazioni nazionali con una forte esperienza nel settore della trasparenza e rendicontazione”. L’Osservatorio nasce “nell’ambito del programma Follow the Money – ideato nell’ambito del Festival della partecipazione 2020 – che intende monitorare la qualità e l’inclusività del processo decisionale di costruzione del Piano nazionale ripresa e resilienza.
L’Osservatorio ha l’intento di aprirsi anche ad altri attori con competenze tematiche più specifiche, come quelle ambientali o legate alla transizione digitale, e verranno proposte iniziative di coinvolgimento dei territori che saranno impattati dalla realizzazione dei progetti previsti dal Piano”.
Insieme, chiedono che “le prossime fasi del Piano siano frutto di un processo partecipato e inclusivo, che persegua la trasparenza e il monitoraggio sull’allocazione dei fondi, come già richiesto da numerose organizzazioni con le campagne #DatiBeneComune e #Ripartenzaaporteaperte, quest’ultima promossa da alcune associazioni facenti parte dell’Open Government Forum. Per far questo devono essere chiariti fin da subito i risultati attesi, finali e intermedi del Piano e devono anche essere rafforzate tutte le autorità di gestione, locali e nazionali, affinché ogni soggetto attuatore possa essere in grado di realizzare quanto prefissato e sia in grado di produrre dati di qualità, leggibili, interoperabili e aperti”.
Le prime organizzazioni aderenti all’Osservatorio: ActionAid, Cittadinanzattiva, Legambiente, Slow Food, Fondazione Innovazione Urbana, Transparency International Italia, Ondata, Libera, Lunaria/Sbilanciamoci, Monithon, Fondazione Basso, Fondaca, Open Polis, Cittadini reattivi, Parliament Watch, The Good Lobby, Amapola, Fondazione etica, Mappina, Info.Nodes.