Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nei giorni scorsi ha inviato al vescovo di Gorizia, mons. Carlo Roberto Maria Redaelli, un biglietto autografo a seguito della lettera che il presule scrisse al Capo dello Stato per ringraziarlo, a nome di tutta la Chiesa diocesana, dei “complimenti” e degli “auguri” rivolti ai goriziani nel messaggio di fine anno per la designazione di Gorizia e Nova Gorica, congiuntamente, a capitale europea della cultura per il 2025.
Nella missiva, il vescovo affermava che “come Lei ha saggiamente sottolineato si tratta del risultato di una lunga storia di rapporti e collaborazioni costruiti dalle persone che vivono sul confine in questa parte d’Europa dalla fine del secondo conflitto mondiale a oggi. Uomini e donne, italiani e sloveni, che hanno saputo immaginare ed impegnarsi a costruire un futuro diverso per sé e per le future generazioni anche quando esso appariva improbabile se non impossibile. Il dono vicendevole della memoria della propria storia, delle proprie sofferenze, delle proprie speranze ha permesso di costruire un oggi di quotidiana collaborazione nella comune Casa europea. Per i cattolici si è trattato di raccogliere quell’eredità di dialogo, confronto, incontro che aveva portato la Chiesa di Aquileia a portare la Parola di Speranza alle popolazioni dell’Europa centrale e balcanica”.
Nel rispondere a queste parole, il presidente Mattarella così si è espresso: “Eccellenza Reverendissima, la sua lettera di condivisione delle mie parole su Gorizia – Nova Gorica nel messaggio di fine anno è, per me, motivo di fiducia nella prospettiva di nuovo e proficuo futuro comune, esemplare per tutta Europa”.