Con oltre 4,3 milioni di persone già vaccinate Israele ha iniziato lo scorso 21 febbraio ad uscire dal lockdown e a riprendere la vita “nel rispetto delle regole necessarie per convivere con la pandemia da coronavirus”. L’exit plan di Israele si basa sul “Purple Badge” e sul “Green Badge”, bollini viola e verde che dovrebbero permettere agli israeliani di tornare a partecipare a eventi culturali, a fare shopping nei centri commerciali, a visitare musei e a frequentare palestre. Anche il settore del turismo interno, si legge in una nota dell’Ufficio nazionale israeliano del turismo, sta lentamente riaprendo, con alloggi rurali (zimmers) ora affiancati da hotel, sotto le linee guida del contenimento del coronavirus. “L’ingresso ad hotel, eventi culturali e sportivi, palestre, piscine e luoghi di culto – spiega l’Ufficio – è consentito solo ai possessori di Green Badge. Coloro che hanno diritto al bollino verde, rilasciato dal Ministero della Salute, hanno ricevuto da almeno una settimana la somministrazione della seconda dose di vaccino contro il coronavirus o risultano aver superato definitivamente il contagio. Il badge verde, con il suo codice QR univoco, deve essere presentato in formato digitale o cartaceo, insieme al documento d’identità, all’ingresso di ogni luogo pubblico”. Il “Purple Badge” limita invece la partecipazione ad attività sociali e richiede il distanziamento sociale e l’uso di maschere (che è obbligatorio in Israele). Centri commerciali, mercati, negozi, musei, biblioteche, zoo, attrazioni turistiche all’aperto e safari sono aperti seguendo con precisione rigorosa l’uso del Purple Badge, ovvero, “restrizioni sul numero di persone ammesse nei centri commerciali e nei negozi, a seconda delle dimensioni; divieto di apertura interna dei chioschi e di consumo di cibo e bevande; ingressi contingentati nei musei, ma anche nelle attrazioni all’aperto e sempre con prenotazione anticipata, con visite guidate fino ad un massimo di dieci persone”. La prossima fase dell’exit plan inizierà domenica 7 marzo 2021, a condizione che i tassi di infezione del Paese continuino a diminuire e si accresca il numero di persone vaccinate. Gli aeroporti e gli attraversamenti terrestri di Israele rimangono chiusi almeno fino al 6 marzo, con un massimo di 2.000 cittadini israeliani ammessi nel Paese ogni giorno, a condizione che abbiano ricevuto un permesso speciale dal comitato governativo di “esenzione”.