Nel suo discorso al Consiglio europeo, David Sassoli, presidente del Parlamento Ue, si è a lungo soffermato sulla campagna di vaccinazione, sulle “varianti” del virus, sulla risposta coordinata all’emergenza sanitaria. “La drammatica crisi attuale ha di fatto istituito competenze in capo all’Unione europea in materia di salute pubblica che dovremmo forse nel tempo codificare. La pandemia ci ha mostrato infatti che decisioni importanti sulla sicurezza, la salute, l’approvvigionamento di materiale medico e di vaccini, la ricerca e la produzione, la regolazione della circolazione e della apertura e chiusura delle nostre frontiere possono essere pienamente governate solo nella dimensione europea”. “La lezione che ci offre la pandemia non potrà farci tornare al punto di partenza. Sarebbe un errore, uno spreco di energie e non avremmo la possibilità di affrontare le sfide future. Siamo chiamati a costruire una politica europea della salute”. “Questo mese lo strumento Covax – ha aggiunto il presidente – inizierà a consegnare i vaccini. So che tutti gli Stati membri hanno la possibilità di donare le dosi in eccesso a Paesi che ne hanno bisogno. Incoraggio un approccio unificato con gli Stati membri che donano le loro dosi attraverso il Covax, al fine di garantire una ridistribuzione giusta ed equa”.
La pandemia Covid-19, ha aggiunto Sassoli, “è stata un campanello d’allarme che ci ha fatto capire che abbiamo bisogno di una politica estera e di sicurezza più forte, unita e decisa, e che dobbiamo rafforzare la leadership dell’Unione sulla scena internazionale e approfondire i partenariati con i Paesi che la pensano allo stesso modo e che sono impegnati per la democrazia, lo stato di diritto e i diritti umani”. L’Unione europea “deve inoltre svolgere un ruolo attivo nel dialogo Mediterraneo, nel contesto della sua politica di vicinato”.