È durata più di tre ore la quinta udienza del processo in Vaticano, dedicata all’ascolto di alcuni testi chiamati dal Promotore di Giustizia. Lo ha riferito il “pool” di giornalisti ammessi in aula. Tre dei testi – Andrea Spinato, classe 1989; Christian Gilles Donghi, classe 1986; Alessandro Flaminio Ottaviani, 34 anni – erano ex allievi del Preseminario San Pio X, mentre il quinto teste, padre Pierre Paul, classe 1958, sacerdote della basilica, è stato anche responsabile della cappella musicale Giulia. Domani verrà ascoltato come testimone il vescovo di Como, Oscar Cantoni, mentre il vescovo emerito, Diego Coletti, non testimonierà perché ha presentato un certificato medico per “problemi di decadimento cognitivo e diabete alto”. Secondo le loro testimonianze il Preseminario era “un ambiente malsano”, all’interno del quale “c’erano forti pressioni psicologiche con continue battute a sfondo omosessuale”. L’imputato Gabriele Martinelli, accusato di abusi, è definito come la persona alla quale l’ex rettore don Enrico Radice aveva delegato di fatto molti ruoli, a scapito degli altri due sacerdoti che facevano parte dell’equipe formativa: don Marco Granoli e don Ambrogio Marinoni. Dai cinque testi, nessun accenno esplicito alle violenze, riferite solo in quanto apprese dagli altri. Solo uno dei testimoni, Alessandro Flaminio Ottaviani, ha dichiarato di aver visto, “durante una lotta in una stanza”, Martinelli “toccare le parti intime” di un altro allievo. Secondo le testimonianze rese oggi in aula, il rettore, mons. Enrico Radice, “era al corrente di tutto ma copriva e faceva orecchi da mercante perché Gabriele era il suo protetto”. Non solo. Nella sua deposizione, Alessandro Flaminio Ottaviani ha dichiarato che anche “il cardinal Comastri sapeva tutto e che non ha mai fatto niente”. Il presidente del Tribunale vaticano, Giuseppe Pignatone, ha richiamato più volte sia gli avvocati delle parti che il promotore di giustizia a fare domande “sui fatti”, ad “evitare di chiedere opinioni e fare domande che contengono o suggeriscono la risposta”. Andrea Spinato, 31 anni, ex alunno del Preseminario San Pio X dal 2000 al 2008 nel periodo delle scuole medie e del liceo, ha parlato di “un ruolo dominante, molto forte” di Gabriele Martinelli – esercitato solo in virtù della “fiducia” del rettore Radice – all’interno del Preseminario, grazie ad “un carattere da leader che aveva più presa con i ragazzi giovani e fragili”. Il teste ha detto inoltre che era “una cosa percepita e manifesta” che Martinelli avesse “atteggiamenti omosessuali”, motivo anche di scherno tra i diversi ragazzi. La presunta vittima, L.G., viene descritta come un ragazzo “estremamente credibile” ma al contempo molto fragile a causa soprattutto di disagi personali dovuti alla situazione familiare complessa. Christian Gilles Donghi, 35 anni, è stato alunno del Preseminario per un solo mese: dal 17 giugno a fine luglio 2009. Donghi ha dichiarato di essere uscito presto dopo essersi reso conto da subito che quello del San Pio X non fosse un ambiente adatto a lui a causa soprattutto del “pettegolezzo molto acceso per l’ambiente curiale e lo scherno verso dei soggetti per il loro aspetto fisico. “Anche io – ha detto – sono stato schernito per degli atteggiamenti effeminati”. Uscendo dalla “esperienza logorante” del San Pio X si è quindi trasferito al Seminario Francese ma non ha avuto un percorso lineare, e dopo alcune mail anonime che lo denigravano ha deciso di lasciare il cammino sacerdotale. Donghi si era presentato spontaneamente dal Promotore di Giustizia nel settembre 2018 con la volontà di affermare le cose di cui era a conoscenza e fare chiarezza. Era a conoscenza di diversi dettagli dell’indagine condotta dalla diocesi di Como perché riferitagli dal vicario giudiziale di Como, don Andrea Stabellini, che gli raccontò pure di quando dovettero venire a Roma con il vescovo Diego Coletti, e questo dopo aver ricevuto una lettera che denunciava “fatti gravi” all’interno del San Pio X. Nel settembre 2016 Donghi ha contattato volontariamente Kamil Jarzembowski, il giovane polacco entrato nel 2009 nel Preseminario e dallo stesso allontanato, protagonista tra l’altro del libro di Nuzzi e del servizio delle Iene. Lo ha contattato su Facebook e lo ha aiutato a far pervenire la sua lettera di denuncia ai Dicasteri della Curia. Alessandro Flaminio Ottaviani è entrato in Preseminario a 23 anni, da settembre 2010 a giugno 2011. Ottaviani ha riferito sulla figura di Martinelli, che in Basilica era chiamato il “comandino” – ha detto – “per il suo modo di organizzare e decidere tutto, anche le candele che dovevano essere utilizzate alle messe”, mentre dai ragazzi veniva soprannominato “la madre” per il suo ruolo di vertice. “Martinelli – proseguito aveva un ruolo effettivo rispetto a Marinoni (vice rettore) e Granoli (padre spirituale)”. Ottaviani, due anni dopo essere uscito dal Preseminario, ha scritto nel 2013 una lettera anonima per denunciare quanto avvenuto nel Palazzo San Carlo. “L’ho fatto di mia iniziativa – ha ribadito -, e mi sembrava inappropriato che succedessero certe cose in un luogo di Chiesa. Ho avuto paura ad espormi”. La lettera è stata inviata al Papa. Padre Pierre Paul, maestro della Cappella Giulia e sacerdote della Basilica di San Pietro, aveva ricevuto le confidenze di L.G. “Non mi ha mai detto esplicitamente che cosa non andava ma si capiva che erano problemi riguardanti la sfera affettivo-sessuale”. Nel 2017 padre Paul ha fatto una segnalazione alla Commissione per la Tutela dei minori nella Congregazione per la Dottrina della Fede. Voleva farlo molto prima ma L.G. gliel’ha impedito perché voleva “mettere una pietra sopra a tutta questa storia e inoltre era venuto a sapere che anche qualcun altro aveva inviato una lettera dello stesso tipo al Dicastero. Infine ha dichiarato di essere andato lo stesso alla citata Commissione, “perché penso che – ha spiegato – un sacerdote che sa qualcosa e non parla diventa complice”.