“Esortiamo l’Unione europea a promuovere una vaccinazione su vasta scala non solo per la sicurezza e la protezione dell’Europa, ma anche per la salute pubblica globale come bene pubblico, a vantaggio delle persone che vivono nelle nazioni più povere tanto quanto di quelle che vivono nei Paesi in grado di creare e produrre i vaccini”. In una Dichiarazione congiunta diffusa questa mattina, la Commissione degli episcopati dell’Unione europea (Comece) e la Caritas Europa hanno unito la loro voce per chiedere all’Ue un principio di “equità” mondiale nella distribuzione e accesso ai vaccini. “Garantire l’accesso ai vaccini per tutti, che siano disponibili ed economici, è un’urgenza morale globale”. Comece e Caritas Europa plaudono alla capacità dimostrata dai Paesi ricchi e dalla comunità scientifica di somministrare “con una velocità sorprendente” alle popolazioni i vaccini anti Covid-19. In questo modo, il “Nord” ricco del mondo può “vedere una luce alla fine del tunnel e una presunta fine della catastrofe sanitaria ed economica”. Nella Dichiarazione Comece e Caritas Europa sollevano però una serie di preoccupazioni e formulano degli interrogativi: “Come sono stati negoziati gli accordi tra le istituzioni dell’Ue e le aziende farmaceutiche? Come sono stati assegnati i vaccini, soprattutto nei primi mesi di produzione? Chi ha ricevuto per primo i vaccini?”. Da questo punto di vista, secondo Comece e Caritas Europa, “l’Unione europea svolge un ruolo importante e cruciale in questo processo”. “Questa Unione – scrivono – si fonda sul principio di solidarietà e l’impegno alla solidarietà deve essere il criterio decisivo in questo momento storico. È urgente implementare rapidamente campagne di vaccinazione di massa”. Quello che allarma i due organismi europei è che finora, da una prospettiva globale, l’accesso alla vaccinazione è stato purtroppo iniquo. “Stiamo assistendo a deplorevoli tendenze verso una “concorrenza dei vaccini” e un “nazionalismo dei vaccini” sotto forma di divieti di esportazione e altre misure protezionistiche per bloccare le forniture di vaccini verso i Paesi più poveri. In questo modo “i Paesi già vulnerabili vengono resi ancora più isolati e vulnerabili, rischiando di invertire decenni di sviluppo umano e minacciando di bloccare il progresso dell’umanità verso il raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile 2030”. Comece e Caritas Europa si uniscono all’appello di Papa Francesco e lo rilanciano a livello europeo. “Esortiamo l’Unione europea e i suoi Stati membri a non cedere ad una preoccupante prevalenza di interessi nazionali o economici, ma a perseverare affinché le loro azioni interne ed esterne siano guidate dai principi di fraternità, solidarietà, sussidiarietà, giustizia sociale e inclusività, al fine di consentire un accesso equo ai vaccini sia all’interno dei singoli Paesi sia in tutta l’Ue e la comunità globale”.