“Il centro politico, inteso in senso partitico, è stato svuotato e tanti milioni di elettori, orfani della loro appartenenza, hanno cercato rifugio in altri lidi”. Lo scrive padre Francesco Occhetta, nell’editoriale del giornale online della Comunità di Connessioni, in cui spiega le cause di ciò: “Dalla nascita di piccoli partiti ininfluenti alla poca attenzione verso la classe media, dalla mancanza delle riforme costituzionali alle ultime leggi elettorali che hanno premiato le ali e impedito alle forze più moderate di allearsi”.
Il gesuita osserva che “il ‘centro’ politico, inteso come ‘centralità’, è però molto di più di un’area: è un metodo, un processo antropologico ed etico, si qualifica dal gradualismo delle riforme, dalla moderazione dei linguaggi e dalla cultura della mediazione, tesa a cercare punti di equilibrio validi per tutte le parti”. Nell’editoriale si ritrova la consapevolezza che l’interclassismo del ‘centro’ ha sempre “ridotto le disuguaglianze tra le classi sociali ed è l’equilibrio per una società aperta e inclusiva in grado di assorbire le tensioni sociali”. “Se si vuole far nascere una stagione costituente, con visione e competenze nuove, governance e regole, occorre ritrovarsi in questo meta-luogo culturale come fecero i costituenti per riprogettarsi e riprogettare – osserva p. Occhetta –. Altrimenti senza ricostituzione il Parlamento svuoterebbe la sua legittimità e credibilità”. Il gesuita pone in luce anche un altro aspetto: “La centralità aiuta a costruire unità, ma non significa unanimità. Il ‘centrismo’ politico, invece, favorisce l’incontro: la sorgente da cui possono scaturire norme sociali per regole comuni. Per questo funge da enzima del sistema, mette in rete l’insieme delle politiche generative dei territori, si ispira ai princìpi costituzionali e, per i credenti, ai princìpi della dottrina sociale della Chiesa”.
Infine, l’importanza di ricostruire la “centralità” politica nel tempo post-ideologico e della democrazia “im-mediata”: “Non significa formare o sommare forze politiche, ma permettere che tutte convergano in quello spazio ‘di mezzo’ per custodire la cultura costituzionale e ritrovare il valore della mediazione politica”.