Riprendano al più presto i corsi in presenza nelle università. A chiederlo non sono solo gli studenti universitari ma anche i vescovi francesi. Sulla questione era sceso in campo anche il presidente Emmanuel Macron che all’indomani di una manifestazione studentesca in tutta la Francia aveva annunciato misure per combattere la precarietà dei giovani e la possibilità di un rientro in presenza nelle università almeno per un giorno alla settimana. “Noi vorremmo sostenere e con forza questa rivendicazione”, ha detto ieri il vescovo Laurent Percerou, presidente del Consiglio episcopale per la pastorale giovanile, alla presentazione dei risultati di una consultazione che i vescovi francesi hanno realizzato per sondare l’impatto che il Covid e la pandemia hanno avuto sugli studenti cattolici. “Si tratta di una decisione che deve essere ancora presa. Ci sono delle difficoltà a livello organizzativo”, ha spiegato il vescovo. “Noi però chiediamo che questa proposta del presidente della Repubblica possa essere accolta e chiediamo anche i ristoranti universitari possano essere riaperti affinché gli studenti possano beneficiare del pasto ad 1 euro”. Le università in Francia sono state riaperte in ottobre per poi essere immediatamente richiuse. Il vescovo da quindi voce alla sofferenza dei giovani “causata dalla perdita di legami sociali dovuta anche alla sospensione dei corsi universitari così come alla sospensione della vita culturale che le università offrivano. Le università infatti sono anche luogo in cui i giovani si preparano ad una carriera professionale, aprendosi alla realtà del mondo lavorativo. Sono luoghi in cui i giovani si nutrono di cultura, attraverso il teatro, i concerti, gli incontri culturali. In questo periodo di pandemia gli studenti sono stati privati di tutta questa vita. Lo siamo stati tutti ma a farne di più le spese sono stati loro perché vivono un’età in cui hanno più bisogno di stringere legami sociali e aprirsi al futuro”.