Secondo recenti stime 6,2 milioni di bambini in Siria rischiano di rimanere senza cibo, con un aumento del 35% in soli quattro mesi. La denuncia viene da Save the Children, che in una nota si dice “profondamente preoccupata per il forte aumento della fame nel Paese. I nuovi dati del Programma alimentare mondiale, infatti, mostrano che 12,4 milioni di persone in tutta la Siria, circa il 60% della popolazione, stanno ora affrontando una qualche forma di carenza di cibo, che risulta grave per 1,3 milioni di persone. Sono i numeri più alti dall’inizio del conflitto quasi dieci anni fa”. Save the Children stima che “oltre il 60% di tutti i bambini del Paese soffra ora la fame”, per questo avverte che “i minori dovranno lottare per sopravvivere a causa del forte impatto che la crisi economica ha sulle loro vite, crisi che ha avuto un grave effetto sui mezzi di sussistenza per milioni di famiglie. A questo si aggiungono il conflitto prolungato, la perdita di posti di lavoro, il deprezzamento della valuta e l’epidemia di Covid-19”. “Il numero di bambini che soffre la fame è aumentato di un terzo in soli quattro mesi – afferma Sonia Khush, direttrice della risposta di Save the Children in Siria -. Siamo preoccupati che tante giovani vite andranno perse perché i bambini non hanno cibo da mangiare. Stiamo vedendo sempre più famiglie in Siria che lottano per sbarcare il lunario. Questo ha un impatto diretto sui loro figli, poiché le famiglie sono costrette a consumare meno pasti e hanno meno da dare ai propri figli”. In una situazione del genere, evidenzia Save the Children, si assiste “a un preoccupante aumento dei casi di lavoro minorile, a un rischio maggiore di sfruttamento da parte di gruppi armati, le ragazze adolescenti in particolare, e le loro famiglie, vedono i matrimoni precoci come una soluzione alle loro preoccupazioni economiche”. Da qui l’appello alla comunità internazionale “di investire negli sforzi per migliorare la disponibilità e l’accessibilità economica di alimenti sicuri e nutrienti in Siria e aumentare i finanziamenti per programmi che affrontino la povertà infantile e le sue cause profonde”. L’organizzazione chiede inoltre “un accesso umanitario illimitato e il rinnovo della risoluzione del Consiglio di sicurezza sull’aiuto attraverso i confini che rimane fondamentale per milioni di bambini e le loro famiglie in tutto il Paese”.