Le misure per far fronte alla pandemia da coronavirus e il contributo delle Chiese al bene comune sono stati i temi principali del recente dialogo tra il presidente romeno Klaus Iohannis e il patriarca Daniel della Chiesa ortodossa romena (nella foto). Iohannis ha visitato martedì, 16 febbraio, il patriarca ortodosso, presso la residenza patriarcale e, secondo una dichiarazione della presidenza romena all’agenzia stampa Agerpres, l’incontro si è iscritto nella linea dei dialoghi periodici tra le due istituzioni. Il presidente romeno “ha apprezzato l’azione della Chiesa ortodossa romena e degli altri culti nello sforzo di superare la pandemia e di ridurre il suo impatto sulla popolazione in sofferenza e in bisogno”. I due hanno parlato anche dell’importanza delle misure di sicurezza sanitaria e della vaccinazione della popolazione, viste come uniche modalità per ritornare a una vita normale. Se in genere la Chiesa ortodossa romena è venuta incontro alle autorità dello Stato, durante la pandemia, l’arcivescovo ortodosso di Dobrugia, regione nel sud est della Romania, ha sfidato più volte le autorità, non solo a parole ma anche organizzando pellegrinaggi, processioni e messe con grande partecipazione di fedeli, senza l’osservanza delle misure di sicurezza sanitaria. Inoltre, il presidente Iohannis ha sottolineato il contributo della Chiesa ortodossa al bene comune e l’approfondimento del dialogo tra la chiesa e le autorità pubbliche.
Inoltre, il presidente romeno ha incontrato il primo ministro Florin Cîțu, il vice primo ministro Dan Barna e il ministro per gli investimenti e i progetti europei Cristian Ghinea. E nella stampa romena è apparsa la notizia che, nel progetto di budget per il 2021, il governo romeno taglia i fondi alle chiese di circa l’89%. Dal circa 51 milioni di euro quanto era stato assegnato alle chiese nel 2020 per l’edilizia e per il funzionamento dei luoghi di culto e dei musei religiosi, quest’anno il contributo scende a circa 5 milioni. Però, aumenta di 2,36% il contributo dello Stato per lo stipendio degli insegnanti di religione e del 33% lo stipendio del personale didattico dell’insegnamento teologico. In una dichiarazione pubblica di ieri, il presidente Klaus Iohannis ha reiterato l’impegno della Romania di investire nel settore sanitario, scolastico e nella protezione dell’ambiente.