“La Chiesa e la società tutta si attende da noi, come cristiani, di essere uomini e donne ‘rinnovati’ dalla grazia di Dio per infondere speranza, gratuità e bontà. Se però non li accogliamo e non facciamo spazio nel nostro cuore per riceverli non potremmo donarli. Saremmo condannati a vagare senza meta come coloro che non hanno speranza”. Lo ha scritto il vescovo di Biella, mons. Roberto Farinella, nel messaggio alla diocesi per la Quaresima 2021.
“Il tempo che viviamo contrassegnato dalla pandemia e dalle conseguenze che essa ha sul piano sociale, economico ed educativo, con il suo peso di sofferenza e di povertà, ci sprona a fare ‘penitenza’ per invocare l’aiuto di Dio e condividere il tempo e le risorse con quanti si trovano maggiormente in difficoltà”, osserva il vescovo. “Attraverso le opere penitenziali della Quaresima, che possiamo sintetizzare nel trinomio classico ‘digiuno, preghiera ed opere di carità’, siamo chiamati ad andare al cuore del mistero pasquale e riscoprire che tali pratiche non sono semplicemente dei gesti esteriori ma aprono il nostro cuore e il nostro orizzonte ad un rapporto ancora più profondo con Dio e con i fratelli”, evidenzia mons. Farinella, aggiungendo che “digiuno significa rinunciare a qualche a cosa dalla propria mensa per fortificare lo spirito e per donare il corrispettivo a quanti ogni giorno fanno i conti con le difficoltà di reperire il cibo necessario per il proprio sostentamento”. “Preghiera – prosegue – vuol dire ascolto della Parola del Signore e stare attenti ai bisogni dei fratelli. Opere di carità (elemosina) è chiedere perdono a Dio dei propri peccati ed attuare nella carità e nella condivisione dei doni a favore degli altri il disegno del Padre Misericordioso che ci chiama ‘fratelli tutti’”. Il vescovo conclude esortando “a vivere intensamente questo tempo santo che la saggezza della Chiesa ci consegna come occasione di grazia, di conversione e di vicinanza ai fratelli”.