“I divorzi diminuiscono leggermente (85.349) nel 2019 (-13,9% rispetto al 2016, anno di massimo relativo), dopo il boom dovuto agli effetti delle norme introdotte nel 2014 e nel 2015 che hanno semplificato e velocizzato le procedure. Pressoché stabili le separazioni (97.474)”. Lo rileva l’Istat nel report su matrimoni, unioni civili, separazioni e divorzi relativo al 2019, che segnala “un altro tratto distintivo dell’evoluzione della nuzialità”, cioè “la crescita sostenuta delle nozze celebrate con il rito civile, passate dal 2,3% del 1970, al 36,7% del 2008 fino al 52,6% del 2019 (96.789 matrimoni celebrati con rito civile)”. I matrimoni con rito civile sono 2 su 3 al Nord e circa 1 su 3 al Sud. Sono celebrati prevalentemente con rito civile le seconde nozze e successive (94,8%) e i matrimoni con almeno uno sposo straniero (90,3%), “entrambi in deciso aumento”. “L’aumento del rito civile, quindi, è in parte spiegabile con la corrispondente crescita di queste tipologie di matrimonio. Tuttavia, la scelta di celebrare il matrimonio con il rito civile si sta affermando rapidamente anche nei primi matrimoni (dal 27,9% del 2008 al 41,6% del 2019)”.
Considerando i primi matrimoni di sposi entrambi italiani, che costituiscono l’84,5% del totale dei primi matrimoni, l’incidenza media di quelli celebrati con il rito civile è del 33,4% (20% nel 2008). “Questa quota – che può essere letta come un indicatore di secolarizzazione – presenta una spiccata variabilità territoriale: si passa dal 21,2% nel Mezzogiorno al 43,5% del Nord e al 41,1% del Centro”.