“Questo tempo di cambiamenti accelerati ci preoccupa, ma ci dà anche la possibilità di guardare avanti con creatività, se siamo capaci di lasciare schemi pastorali che ormai non tengono più”. Ne è convinto il vescovo di Casale Monferrato, mons. Gianni Sacchi, che così si è espresso nella lettera di invito con la quale ha convocato l’Assemblea di tutti i sacerdoti che si terrà giovedì 25 febbraio, alle 9.30, nella chiesa di Sant’Antonio.
Nella lettera, di cui vengono pubblicati ampi stralci oggi sul settimanale diocesano “La Vita Casalese”, il vescovo sottolinea l’importanza di “fare il punto sulla situazione della nostra diocesi, anche alla luce di questi mesi di pandemia che hanno fatto saltare piani, progetti pastorali e messo ancor più in evidenza tutte le nostre fragilità e debolezze”. “Da tre anni sono in mezzo a voi come vescovo, e salvo alcune nomine o spostamenti di alcuni sacerdoti da una parrocchia ad un’altra, la situazione pastorale anche delle Unità patisce staticità e sterilità”, osserva mons. Sacchi, aggiungendo che la situazione “sta diventando sempre più insostenibile, perché alcune Unità pastorali, a cominciare dalla città, sono ad un punto critico. Il numero di sacerdoti si sta riducendo e tanti sono anziani e già a riposo”. “Aiutatemi a discernere!”, esorta il vescovo, secondo cui “dobbiamo cercare di unire le forze, le intuizioni, anche progetti che vanno fuori dagli schemi tradizionali. Sono questioni da affrontare insieme”. “Noi abbiamo la responsabilità di pensare al futuro della nostra diocesi. Ci dobbiamo pensare non solo con le parole, ma con decisioni condivise che partano soprattutto dalla vostra sensibilità di pastori”, ammonisce mons. Sacchi, assicurando: “Io non ho soluzioni in tasca, progetti pastorali nel cassetto da tirar fuori per l’occasione”. Nell’attuale “conteso di stagnazione e aridità pastorale”, il vescovo pone anche il tema di un maggiore coinvolgimento dei laici e della loro formazione. “Chi si da da fare per questo obiettivo? – chiede mons. Sacchi – Siamo in una fase di ricerca e il mio desiderio è quello di andare verso una pastorale generativa in grado di rispondere alle esigenze del nostro tempo”.
Secondo don Paolo Busto, direttore de “La Vita Casalese”, “questo percorso di corresponsabilizzazione della nostra Chiesa diocesana” può “essere propedeutico alla proposta di Papa Francesco di tenere un Sinodo nazionale sugli stessi temi. Ed è la riprova che la vitalità della Chiesa si forma, si misura e si realizza prima di tutto nelle Chiese locali, che generano i credenti nella varietà e molteplicità dei ministeri, contribuendo nell’insieme all’armonia e completezza della Chiesa cattolica, che è universale”.