“Riconosciamo lo sforzo e il dedicarsi della Chiesa cattolica presente in Amazzonia in azioni di aiuto umanitario di emergenza, al fine di contribuire a mitigare gli effetti della seconda ondata di pandemia. Papa Francesco ha seguito da vicino questo momento, offrendo anche la sua preghiera, solidarietà e vicinanza a tutta la nostra regione”. Lo scrive in una nota, che viene diffusa questa mattina sia in Europa sia in America Latina, la Rete ecclesiale panamazzonica (Repam). L’organizzazione si unisce all’appello, già venuto da molte parti, ai Governi nazionali “di non lesinare sforzi per l’acquisto e l’assegnazione di vaccini” per le regioni amazzoniche. Il documento, firmato dal presidente, il card. Pedro Barreto, arcivescovo di Huancayo (Perù), dal vicepresidente, mons. Rafael Cob, vicario apostolico di Puyo (Ecuador) e dal segretario generale, João Gutemberg Sampaio, denuncia “l’aumento allarmante di infezioni e decessi causati dal Covid-19 in tutta la Panamazzonia. Ancora una volta si sono manifestate carenze nel sistema sanitario, provocando un aumento smisurato delle conseguenze della pandemia: mancanza di posti letto negli ospedali, di ossigeno e dispositivi di protezione, persone in povertà, disuguaglianze sociali”. In particolare, la situazione critica nella città di Manaus e nell’intero Stato brasiliano di Amazonas è un chiaro esempio dell’assenza di politiche sanitarie pubbliche efficienti e rivela fragilità nella cura della vita umana che stanno colpendo anche altre zone della Panamazzonia”.
La Repam riporta i numeri più recenti della propria mappatura settimanale: un totale di 2.025.223 casi confermati e 50.364 decessi nella Panamazzonia. Il 76,3% dei contagi è in Brasile, l’11,7% in Perù e il 4,7% in Colombia. Il Brasile guida anche la percentuale dei deceduti, con il 69,8%, seguono la Bolivia (15,1%) e il Perù (8,1). A partire dal 21 dicembre 2020, i contagi sono stati 415.093 e i decessi 12.617.