Vaccinarsi contro il Covid-19 è un’”opzione etica”. Parte da questa affermazione di Papa Francesco l’articolo di padre Carlo Casalone, “Vaccini. Come decidere responsabilmente?”, pubblicato sul quaderno 4096 de La Civiltà Cattolica in uscita sabato. “Il Papa – scrive il gesuita, collaboratore nella Sezione scientifica della Pontificia Accademia per la Vita e docente di Teologia morale alla Pontificia Università Gregoriana – ha chiaramente messo in luce che nella vaccinazione sono implicati aspetti che riguardano gli altri” e “ha messo in guardia dal ‘negazionismo suicida'”, sottolineando che “sono in questione anche il bene comune e la giustizia”. L’articolo presenta due recenti Note della Santa Sede, che espongono i principali criteri per una valutazione delle sfide etiche poste dai vaccini. Nella prima, la Congregazione della Dottrina per la Fede argomenta circa le condizioni dell’accettabilità morale dei vaccini nelle attuali circostanze, anche qualora vengano preparati usando linee cellulari provenienti da feti abortiti. “La valutazione morale dell’aborto volontario rimane negativa e si deve scongiurare ogni percezione di complicità con esso (evitando così di dare scandalo), impegnandosi nella ricerca di vie di produzione che impieghino altro materiale biologico”, precisa Casalone. Tuttavia, “in mancanza di alternative e per la gravità della situazione, l’uso di questi vaccini viene considerato lecito”. Nella seconda Nota, la Commissione vaticana Covid-19 e la Pontificia Accademia per la Vita esaminano le implicazioni etiche delle diverse fasi del “ciclo di vita” dei vaccini. Viene sottolineata la loro destinazione universale e la “responsabilità morale di vaccinarsi”, per la salute propria e altrui. In particolare, questo secondo documento appoggia l’impegno di rendere il vaccino un “bene pubblico”, quindi “non sottoposto alla libera concorrenza”.