Procede lentamente in Colombia l’implementazione dell’accordo di pace firmato nel 2016 tra il Governo e l’ex guerriglia delle Farc. Lo rivela l’ottavo report “Verifica dell’accordo di pace”, elaborato dall’istituto Cinep-Programma per la pace, promosso dai gesuiti, e dal Cerac, altro istituto impegnato nell’analisi dei conflitti colombiani e nella promozione della pace. La ricerca copre il periodo che va dal 1° agosto al 30 novembre 2020, caratterizzato dalla forte presenza del Covid-19 nel territorio colombiano.
“Un fatto che continua ad occupare un posto di primo ordine nelle preoccupazioni – si legge nel report – è la minaccia persistente e il ricorrente assassinio di leader sociali, difensori dei diritti umani ed ex combattenti delle Farc, nonché la rinascita dei massacri in nuovi cicli di violenza. Secondo il Ministero della Difesa, i massacri, che il Governo chiama omicidi collettivi, tra agosto e dicembre 2020 sono arrivati al numero di 22 casi, con 113 vittime”. Cifre che fotografano un aumento del 50% del numero degli episodi e più del doppio delle vittime, rispetto agli stessi mesi del 2019. Inoltre, le mobilitazioni sociali, che si sono verificate nel mese di settembre, “evidenziano la mancanza di garanzie per l’esercizio del diritto di protesta e molteplici episodi in cui l’uso della forza è stato utilizzato in modo sproporzionato delle forze dell’ordine”.
Il report prende in esame, in modo analitico, i sei punti in cui si articola l’accordo di pace evidenziando ritardi, con qualche lieve progresso, sulla riforma agraria, crescenti difficoltà nell’inserimento politico e sociale degli ex guerriglieri e sulle coltivazioni illecite, soprattutto di cocaina. Viene denunciata la predominanza del narcotraffico, che si mescola in molti territori all’attività mineraria illegale, mentre restano deboli i programmi per la sostituzione della coltivazione di coca. Cinep e Cerac avvertono che in alcune aree di particolare rilevanza, il reclutamento forzato e l’installazione di mine anti-persona aggravano ulteriormente la crisi sociale che le popolazioni stanno attraversando. E la stessa pandemia non ha certo aiutato nella realizzazione dell’accordo.
Non mancano anche alcuni elementi positivi, come il lavoro che sta conducendo la Commissione per la Verità, presieduta dal gesuita Francisco De Roux, la messa a disposizione di nuove risorse economiche e alcuni sviluppi di carattere giudiziario.