“A Oicha, città del Nord Kivu, nella parte est della Repubblica Democratica del Congo, luogo di massacri dal 2014, incontro 800 bambini orfani i cui genitori sono stati massacrati sotto i loro occhi e adesso sono accolti presso delle famiglie”. È quanto racconta padre Gaspare Trasparano, comboniano che vive a Butembo, 80 chilometri da Oicha.
“Ho anche incontrato 50 vedove i cui mariti sono stati uccisi: tutto sotto gli occhi dell’esercito e dei soldati dell’Onu che hanno lì i loro accampamenti”. Spesso donne e bambini incontrano la morte tornando dai campi. Padre Trasparano fa inoltre presente la precarietà in cui vivono i bambini orfani, in molti casi costretti – dice – a mangiare una sola volta al giorno e senza che siano affrontati i problemi psicologici derivanti da ciò che hanno vissuto. La strategia del conflitto appare chiara: fare terra bruciata, costringere la popolazione ad andarsene per “liberare” una terra ricchissima di materie prime.