Relazione, sobrietà e accompagnamento. Sono le tre parole chiave consegnate alla diocesi di Rossano-Cariati dall’amministratore apostolico, mons. Giuseppe Satriano, per il tempo di Quaresima.
“Ci attendono ancora tempi non facili e di grande pericolo, ma il diaframma di un tablet, di un telefonino, di un computer non sono più sufficienti alla nostra crescita umana”, scrive il presule nella sua lettera. “Siamo chiamati, con grande cura e discernimento, a riavviare percorsi possibili che facilitino la capacità di rimettere insieme i nostri figli”. Infatti, “c’è una prossimità che non possiamo relegare solo a momenti sicuri e gratificanti del vivere ma che dobbiamo saper declinare soprattutto in momenti di difficoltà come questo”.
A proposito della sobrietà, mons. Satriano esorta affinché, “scevri da ogni ansia da prestazione, proviamo a liberarci dalla tentazione del programmare il non programmabile”. “Adottiamo tutti uno stile semplice ed essenziale, sobrio, capace di restituire nella relazione quanto di più importante e necessario ci sia – il messaggio del presule –. A orientarci non sia la preoccupazione di istruire o informare alla fede da celebrare, ma che la fede celebrata e professata dia forma cristiana alla vita”.
Riguardo all’ accompagnamento, mons. Satriano ricorda che “i primi qualificati educatori sono i genitori e con loro i sacerdoti, i catechisti, gli insegnanti”. “Facciamoci accompagnatori credenti e credibili – l’invito del vescovo –, adulti che sanno porsi accanto in un autentico spirito di servizio e non leader capaci di organizzare bene la vita degli altri, della parrocchia, del gruppo, dell’associazione”.
Con queste chiavi “ricominciamo, lì dove e come è possibile, a camminare sapendo regalare maggiore fiducia e meno paura, avendo cura, al tempo stesso, di fermarsi nuovamente se fosse necessario”. “Il tempo che ci è dato da vivere – chiude il presule – è quello dei piccoli passi e, talvolta dei passi indietro, ma soprattutto il tempo in cui dobbiamo imparare a respirare con semplicità”.