“Il Santo Padre invia come nuovo arcivescovo di Teheran-Ispahan proprio te, figlio di San Francesco, con l’auspicio che possa continuare attraverso la tua testimonianza lo stile di presenza indicato dal Padre Serafico: ‘Parla con la vita prima che con le parole, e vivi sottomesso ad ogni creatura’. A Damietta san Francesco non ha avuto paura di Maometto e il Sultano non ha avuto paura del Vangelo, l’uno e l’altro ponendosi in ascolto. Così potrai fare anche tu”. Lo ha detto il card. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, nella celebrazione eucaristica per ordinazione episcopale di mons. Dominque Mathieu, nominato da Papa Francesco arcivescovo di Teheran-Ispahan dei Latini lo scorso 8 gennaio. La celebrazione, nella basilica dei Santi XII Apostoli, a Roma, è avvenuta ieri, 16 febbraio, nel giorno in cui il Martirologio Romano ricorda San Maruta, patrono dell’Iran.
“Andando in Iran – ha ricordato il card. Sandri -, troverai una comunità cattolica forse piccola nei numeri e diversificata nella tradizione rituale: accanto ai Latini di cui sei pastore, troverai gli armeni e i caldei, oltre ai fratelli delle altre confessioni cristiane. Attraverso il triplice munus, di santificare, di governare e di insegnare, che ti viene ora conferito in pienezza attraverso la consacrazione episcopale, e insieme ai confratelli vescovi offrite la testimonianza dell’essere sale anche di quella terra e offrite la luce del Vangelo”. Il prefetto ha incoraggiato: “Nessuno deve avere paura di quella luce: non è un bagliore sfolgorante che abbaglia e distrugge come il lampo, ma è piuttosto quella luce gentile invocata dal santo cardinale Newman che sa risplendere e guidarci a casa proprio quando la tenebra può sembrare più fitta e impenetrabile”. Ripercorrendo la vita del nuovo arcivescovo, fino alla nomina del Papa definitore generale e assistente generale per la Federazione Europa centrale dei Frati Minori Conventuali, il card. Sandri ha sottolineato: “La luce gentile di Cristo ti ha guidato, poiché come dice il Salmo ‘Lampada ai miei passi è la tua Parola Signore’: Dio non si dimenticherà di continuare a farlo ancor più da oggi, avendoti scelto per essere pastore del suo popolo in Iran”.
“Parti, ricolmato della Grazia divina, per l’antica e nobile terra persiana, compiendo a ritroso il cammino dei Magi che da quelle zone si misero in cammino scrutando le stelle e cercando il Salvatore: anche tu sei appassionato esploratore dei cieli e hai voluto porre nel tuo stemma la ‘stella persiana’, richiamo alla sapienza di quel popolo ed insieme rimando a Cristo e Maria Santissima. Continua a scrutare i segni che Dio ancora invia per coloro che non smettono di cercarlo”, ha concluso il cardinale.