“In tanti oggi, di fronte a quanto accaduto, hanno iniziato a dare spiegazioni e offrire soluzioni, ma la prima cosa necessaria è un cambiamento personale”: così don Francesco Contestabile, direttore del Servizio diocesano di pastorale giovanile di Gaeta, che ha condiviso con il Sir alcune riflessioni dopo la morte di Romeo Bondanese, il diciassettenne rimasto ucciso ieri a Formia durante una rissa tra giovanissimi. “Siamo bravi a parlare, ma dobbiamo agire. Se il grido di queste ore non si trasforma in vera conversione non ha senso e non si possono aiutare le nuove generazioni”, prosegue don Contestabile, che poi sottolinea come in queste ore al centro bisogna mettere “il dolore della famiglia e degli amici. Se fossi nella loro situazione, non vorrei ascoltare ricette da nessuno”. La riflessione del direttore della Pastorale giovanile di Gaeta si allarga poi al territorio: “Formia è specchio di tante altre città. Non siamo immuni dalla violenza. Viviamo in una zona in cui da tempo imperversano spaccio e criminalità organizzata e spesso chiudiamo gli occhi”. Di fronte alla tragica morte di un giovane che fino a qualche anno fa frequentava la parrocchia di San Giovanni a Formia, come riferisce ancora don Contestabile, la speranza può arrivare proprio dalle nuove generazioni: “Oggi tanti adulti parlano dei problemi dei giovani, ma sono i giovani i primi a reagire di fronte alle difficoltà, a impegnarsi nel sociale e a mettersi in gioco. Cosa che purtroppo manca da parte degli adulti”, conclude.