Si conclude oggi la tre giorni di studi del simposio digitale di “Herrenhausen” sul recupero, riutilizzo e riconversione delle chiese vuote e abbandonate, antiche e contemporanee. Trecentocinquanta esperti, provenienti da Germania, Belgio, Finlandia, Francia, Gran Bretagna, Italia, Lettonia, Paesi Bassi, Norvegia, Austria, Romania, Slovacchia, Svezia, Svizzera e Stati Uniti hanno partecipato alla conferenza on line inizialmente prevista ad Hannover, coordinata e organizzata dalla Fondazione Volkswagen. L’urbanista e professore di architettura Kerstin Gothe ha sostenuto la ricerca di riutilizzi appropriati per le chiese dismesse. “Il numero di chiese vuote o sottoutilizzate è maggiore di quanto si sappia pubblicamente”, ha affermato. Le chiese sono “una testimonianza significativa del patrimonio culturale” che forma l’immagine di città e villaggi. Come risultato degli attuali cambiamenti sociali, molti edifici ecclesiastici in Europa “non possono più essere gestiti e mantenuti dalle istituzioni ecclesiastiche”. Gothe ha sostenuto di concentrarsi sull’orientamento della comunità nella ricerca di nuovi usi. “Gli edifici della chiesa hanno sempre servito le comunità in mezzo alle quali sono state costruite”. Nuovi usi delle chiese potrebbero aprire delle opportunità: per i Comuni, per la società e anche per le comunità religiose. In tutta Europa numerosi edifici ecclesiastici sono stati venduti e disinvestiti in questi anni. Secondo gli esperti partecipanti al simposio, le differenze specifiche locali in termini di legge e finanza hanno portato a modi differenti di convertire le chiese in Europa, “spesso senza tener presente il loro ruolo pubblico nella comunità”.