Lo Stato brasiliano dell’Amazonas, il cui territorio coincide con vasta parte della foresta amazzonica, ha raggiunto ieri, con i 108 decessi delle ultime 24 ore, la cifra di 10mila morti accertati dall’inizio della pandemia. La maggior parte di questi è stata registrata nelle ultime settimane, durante la terribile seconda ondata caratterizzata dalla “variante brasiliana”. Ieri nella capitale Manaus ci sono state 106 inumazioni, con almeno una sessantina di decessi a causa del virus. Ma la situazione continua a essere grave anche negli altri municipi e sono ancora più di 500 i pazienti di Manaus ricoverati in altri Stati brasiliani. L’arcivescovo di Manaus, dom Leonardo Stenier, ha disposto che le messe di inizio Quaresima avvengano ancora senza fedeli, ma ha chiesto ai parroci di benedire le ceneri e di provvedere nei prossimi giorni alla distribuzione ai fedeli, in momenti prefissati e dentro a regole di distanziamento.
Intanto, la pandemia si fa sentire anche più a nord, nel Roraima, e nell’altro grande Stato amazzonico del Brasile, il Pará, dove si registra una drammatica mancanza di ossigeno in alcuni municipi. E da Óbidos arriva una notizia d’impatto simbolico: neppure la nave ospedale “Papa Francesco”, che da circa un anno e mezzo percorre il bacino del Rio delle Amazzoni, è stata risparmiata dalla pandemia. Il vescovo di Óbidos, dom Bernardo Johannes Bahlmann, in una nota comunica che frei Joel Sousa, il francescano responsabile della nave, e altri sette membri dell’equipaggio sono ricoverati nell’ospedale di Juriti. Quasi tutti gli altri che operano sulla nave sono comunque positivi, ma asintomatici.