“Ascoltiamoci gli uni gli altri. Mettiamoci in ascolto anche (e soprattutto) del ‘non detto’, di ciò che pure ci dovrebbe parlare, anche se non trova una formulazione esplicita in parole. Ascoltiamoci e prendiamoci il tempo necessario perché ciò che abbiamo ascoltato trovi in noi una vera ospitalità”. Lo scrive il vescovo di Crema, mons. Daniele Gianotti, nella sua lettera ai fedeli per la Quaresima.
Dopo aver delineato alcuni “attrezzi” per vivere la Quaresima – la preghiera, il digiuno e le opere di carità -, il presule rilancia la proposta del Centro missionario diocesano di sostenere, con i contributi che potranno essere raccolti durante la Quaresima, alcuni missionari. “Lo scossone che la pandemia ci ha dato richiederà ancora tempi lunghi e pazienza, per essere elaborato adeguatamente nella Chiesa e nella società – osserva il presule -. Nel frattempo, non dobbiamo certo stare con le mani in mano. Le coordinate fondamentali della nostra vita di credenti – fede, speranza, carità, come ci ricorda Papa Francesco – non vengono meno e ci orientano, permettendoci di non rimanere paralizzati”.
Nel frattempo, mons. Gianotti indica come “condizione indispensabile per ogni scelta futura, nella Chiesa come nella società”, “l’ascolto attento di Dio, l’ascolto reciproco nelle nostre comunità, l’ascolto accogliente e mite anche della parola di ‘quelli di fuori’, delle domande o delle critiche, giuste o sbagliate che siano, che questo tempo estremamente difficile pone anche alla Chiesa, a quelli che cercano di seguire Gesù Cristo e di vivere secondo il suo Vangelo”. Si tratta, a suo avviso, di “una responsabilità che abbiamo anche verso il nostro Paese, che sta vivendo un’ora piuttosto critica”. “A noi cristiani è richiesta una sensibilità particolare e il contributo operoso per uscire insieme dalla crisi presente e preparare tempi migliori”.