“Mettiamo occhi nuovi per guardare le persone con le quali viviamo tutti i giorni. Nutriamo la nostra umanità, scoprendo la bellezza di un ascolto, di un incontro, di una preghiera insieme, del perdono dato e ricevuto. Nutriamoci di spiritualità”. Lo ha scritto mons. Roberto Carboni, arcivescovo di Oristano e amministratore apostolico di Ales-Terralba, nel messaggio per la Quaresima.
“Questa volta”, rivela l’arcivescovo, “faccio fatica a parlarvi di digiuno, dopo un anno in cui è stato costantemente presente nella nostra vita: digiuno di abbracci, di strette di mano alle persone care, specialmente nel momento solenne e tragico in cui lasciavano questa vita. Fame di relazioni, di amicizie, di incontri, di feste. Assenza di tante cose che tessono il quotidiano e all’improvviso sono scomparse, ridotte, guardate con sospetto”. Dopo un anno segnato dall’incertezza e dalla crisi per tante attività lavorative anche parlare di elemosina non è facile: “Molti hanno chiuso, altri hanno vissuto e stanno vivendo il dramma di nuove povertà”, osserva padre Carboni. “Si è allungata la fila di persone che dinanzi alla porta della Caritas chiedono di poter avere un po’ di cibo da portare a casa. Tante famiglie sono in povertà”. “Posso invece parlarvi di condivisione, anche nelle ristrettezze”, sottolinea il vescovo: “Non si tratta solo di dare qualcosa, ma di guardare oltre la finestra, oltre il muro, di dare insieme al pane la misericordia, con la consapevolezza che questa sofferenza ci tocca tutti e insieme ne possiamo uscire”.
“Non possiamo nasconderci che questi mesi di pandemia hanno lasciato il segno anche nella nostra relazione con il Signore e con la comunità cristiana”, aggiunge l’arcivescovo, evidenziando che “abbiamo cambiato ritmi, consuetudini; vissuto l’assenza di tanti momenti celebrativi in cui la comunità esprimeva festa e comunione, incontro e allegria”. “Anche la nostra preghiera – continua – è cambiata. Avvertiamo la necessità di renderla più solida, più profonda, che traduca il nostro desiderio di ‘vedere Gesù’”. “Non si prega solo per chiedere, anche se il Signore accoglie con benevolenza ogni nostra domanda”, ammonisce padre Carboni, che esorta: “Apriamo il cuore alla preghiera di gratitudine e di lode”. Anche se – ammette l’arcivescovo – non sarà facile “dire grazie per questa prova che ci ha fatto scoprire i nostri limiti e la fragilità dell’esistenza, ma anche le possibilità di incontro e condivisione. Ma è necessario. Solo accogliendo la fatica siamo pronti a riprendere il cammino”.