Si è tenuto a Bogotá, venerdì scorso, nella giornata internazionale dedicata ai bambini soldato in occasione del 19° anniversario della firma del Protocollo Onu, un seminario internazionale promosso dalla rete Coalico, che raggruppa vari soggetti della società civile, tra cui il programma Centralidad de la Niñez, che raggruppa numerose organizzazioni ecclesiali.
Nel suo intervento, Esmeralda Arosemena, relatrice per l’Infanzia nella Corte interamericana per i diritti umani (Cidh), ha denunciato: “La situazione dei bambini è influenzata dal reclutamento, dalla criminalità organizzata e dai gruppi armati. I bambini che si trovano in condizioni di maggiore vulnerabilità sono quelli che si trovano ad affrontare questa situazione”. E ha proseguito: “La non ripetizione implica politiche di prevenzione del reclutamento, in modo che questi gruppi illegali non trovino nei bambini e negli adolescenti elementi per reclutarli”.
La chiusura delle istituzioni educative, l’intensità delle azioni dei diversi gruppi armati che operano nel Paese e la grave crisi umanitaria che sta attraversando la popolazione generale, sono state teatro di molteplici violazioni dei diritti umani e violazioni della legge. Secondo le registrazioni dell’Osservatorio infanzia e conflitti armati del Coalico, nel corso del 2020 si sono verificati almeno 79 eventi che hanno interessato circa 222 ragazze, ragazzi e adolescenti, come vittime di reclutamento da parte di attori armati, o a rischio di esserlo. 5.742 bambini e adolescenti sono stati sfollati con la forza in 45 eventi monitorati.
Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani e partecipante dell’evento, ha riferito al Sir: “Questo incontro virtuale di Coalico accende i riflettori sul fenomeno dei baby soldato, qui in Colombia continua il reclutamento anche per mancanza d’impegno da parte del mondo politico, non cessa la violenza sistematica contro l’infanzia. Vari settori della società civile internazionale, tra cui Cipsi, Corporazione Millenia (diretta dall’ambasciatore emerito delle Nazioni Unite, Francesco Vincenti), l’Osservatorio della realtà sociale dell’arcidiocesi di Cali, hanno diffuso una lettera a Luis Pedernera, presidente del Comitato Onu per i diritti dell’infanzia di Ginevra, nella quale citano anche la decisione del Governo dell’Olanda di bloccare la adozioni di bambini dalla Colombia, come forma di pressione sulla sistematica violazione diritti umani in Colombia”.