Un cammino di conversione e penitenza in compagnia di San Giuseppe, per riscoprire il volto paterno di Dio, “fonte inesauribile di tenerezza, di accoglienza e di perdono”. Ma anche un cammino per imparare a sognare, proprio come il falegname di Nazareth che ha saputo “armonizzare quanto la sua coscienza gli reclama con le istanze che la sua fede gli suggerisce”. Così il vescovo di Nola, mons. Francesco Marino, auspica sia il tempo di Quaresima che si aprirà la prossima settimana: un desiderio forte che condivide con la sua diocesi nelle venti pagine del messaggio quaresimale, dedicato quest’anno al tema della famiglia, nella convinzione, scrive, “che la ricorrenza giubilare ci chieda di affidare allo Sposo della Vergine Maria il cammino delle nostre comunità domestiche in un periodo storico che – segnato dalla crisi pandemica – se da un lato ha fatto riemergere in maniera vistosa difficoltà relazionali ed economiche, dall’altro ci stimola a comprendere che proprio dalle nostre case può ripartire quella ripresa spirituale e sociale che da più parti è evocata e attraverso l’intercessione di San Giuseppe vogliamo da credenti invocare come dono dello Spirito Santo”.
“Nei sogni di San Giuseppe Dio rivela il suo progetto sulla famiglia” il titolo del messaggio, nel quale il vescovo affronta il tema proposto attraverso i sogni di Giuseppe narrati nel Vangeli. Una famiglia che sa trasmettere l’arte del discernimento, una famiglia da custodire nell’identità più che da difendere nell’ideologia, una famiglia in continuo cammino di conversione, una famiglia che sa abitare nella pace è la famiglia che il presule dipinge alla luce del dialogo tra Dio e Giuseppe durante il sonno di questi: “Evitando giudizi – sottolinea – e condanne moralistiche, con rispetto e delicatezza, è necessario, dunque, ribadire che da credenti ciò che permette ad un uomo e ad una donna di fare famiglia è la Grazia che viene dal sacramento. Non si tratta di una generica benedizione di Dio, che essi pur non escludono o rifiutano per principio; né di una mera regolarizzazione giuridica, della quale non sentono il bisogno perché convinti che basti solo l’amore tra di loro, piuttosto è un decidersi per il Signore permettendogli di dettare legge nella nostra vita personale e familiare”. Ed è alla luce dell’identità sacramentale della famiglia cristiana, mons. Marino ricorda l’importanza dell’accoglienza e dell’accompagnamento delle “coppie ferite nel loro cammino o che decidono di interrompere il cammino insieme”.