eA fronte del 21% degli europei che si attende un generale miglioramento della propria situazione economica per i prossimi 12 mesi, c’è un 24% di scoraggiati e il 52% che pensa non ci saranno cambiamenti. Ma è il 53% a pensare che a livello nazionale si starà peggio, per il 21% si va migliorando. Sono dati contenuti in Parlametro 2020, il sondaggio condotto tra novembre e dicembre 2020, tra 27.313 cittadini dell’Ue, per misurare gli umori e la percezione degli europei rispetto alla propria situazione nazionale e al rapporto con l’Ue. Nell’ultimo anno è salita al 39% la porzione di cittadini che ritiene che le cose nell’Ue stiano andando nella giusta direzione (+7% rispetto all’autunno 2019); il 45% continua a pensare che si vada nella direzione sbagliata (dato stabile). La percentuale cambia se la stessa domanda viene fatta a generazioni diverse: il 45% i giovani tra i 15-24 pensa che l’Europa stia facendo bene; tra gli over 55 la proporzione scende al 36%. Tra i manager lo pensa il 48% contro il 27% dei disoccupati. Un motivo di fiducia per il 72% degli intervistati è il piano di rilancio europeo, mentre il 24% non crede potrà risolvere la situazione. I più convinti sono gli irlandesi (92%) insieme a maltesi (91%) e portoghesi (88%); i meno convinti sono francesi e finlandesi (62%). Se il 43% degli europei ha fiducia nell’Ue, il Parlamento europeo è considerata istituzione affidabile dal 37% degli europei (gli irlandesi i più convinti, i francesi i meno). Il 63% vorrebbe avesse maggiore rilevanza, il 27% sarebbe contento del contrario.
Quanto alle priorità di lavoro assegnate al Parlamento: ridurre la povertà e la disparità sociale (48%), contrastare il terrorismo e il crimine (35%), istruzione migliore per tutti (3%) e ambiente (32%). Interessante è che sono quattro i Paesi per cui la lotta al terrorismo è oggi più importante che la lotta alla povertà: Svezia, Danimarca, Finlandia e Repubblica Ceca. Alla domanda su quali valori dovrebbe difendere il Parlamento, il 51% ha risposto “protezione mondiale dei diritti umani” (+3%), 42% l’uguaglianza di genere, 41% solidarietà tra gli stati membri (+8%). È diminuito di un punto percentuale il numero di coloro che sostengono l’importanza della solidarietà tra Ue e resto del mondo (22%) e il dialogo tra culture e religioni (21%).