Papa Francesco: in pandemia “speranza è provocazione”. “Dire parole di incoraggiamento, invece di parole che disprezzano”

“Nell’attuale contesto di preoccupazione in cui viviamo e in cui tutto sembra fragile e incerto, parlare di speranza potrebbe sembrare una provocazione”. A sostenerlo è il Papa, nel messaggio per la Quaresima, diffuso oggi, in cui esorta a “dire parole di incoraggiamento, che confortano, che danno forza, che consolano, che stimolano, invece di parole che umiliano, che rattristano, che irritano, che disprezzano”. “ Il tempo di Quaresima è fatto per sperare, per tornare a rivolgere lo sguardo alla pazienza di Dio, che continua a prendersi cura della sua Creazione, mentre noi l’abbiamo spesso maltrattata”, spiega Francesco: “È speranza nella riconciliazione”. “Ricevendo il perdono, nel Sacramento che è al cuore del nostro processo di conversione, diventiamo a nostra volta diffusori del perdono”, osserva il Papa: “Avendolo noi stessi ricevuto, possiamo offrirlo attraverso la capacità di vivere un dialogo premuroso e adottando un comportamento che conforta chi è ferito”. “Il perdono di Dio, anche attraverso le nostre parole e i nostri gesti, permette di vivere una Pasqua di fraternità”, la tesi di Francesco, secondo il quale “a volte, per dare speranza, basta essere una persona gentile”, come si  legge nella Fratelli tutti, “che mette da parte le sue preoccupazioni e le sue urgenze per prestare attenzione, per regalare un sorriso, per dire una parola di stimolo, per rendere possibile uno spazio di ascolto in mezzo a tanta indifferenza”. “Vivere una Quaresima con speranza”, in questa prospettiva, “vuol dire sentire di essere, in Gesù Cristo, testimoni del tempo nuovo”, in cui Dio “fa nuove tutte le cose”.

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