“Non dimentichiamo che il Signore è il Signore della compassione, della vicinanza, della tenerezza: tre parole da non dimenticare sempre, col Signore”. È l’invito, a braccio, del Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, trasmessa in streaming dalla biblioteca privata del Palazzo apostolico e dedicata alla preghiera quotidiana. “Ogni giorno che inizia, se accolto nella preghiera, si accompagna al coraggio, così che i problemi da affrontare non siano più intralci alla nostra felicità, ma appelli di Dio, occasioni per il nostro incontro con lui”, ha spiegato Francesco. “E quando uno è accompagnato dal Signore, si sente più coraggioso, più libero, anche più felice”, ha aggiunto a braccio. “Preghiamo dunque sempre per tutto e per tutti, anche per i nemici. Gesù ci ha insegnato a pregare per i nostri nemici”, l’esortazione: “Preghiamo per i nostri cari, ma anche per quelli che non conosciamo; preghiamo perfino per i nostri nemici, come spesso ci invita a fare la Scrittura. La preghiera dispone a un amore sovrabbondante. Preghiamo soprattutto per le persone infelici, per coloro che piangono nella solitudine e disperano che ci sia ancora un amore che pulsa per loro”. “La preghiera compie miracoli”, ha garantito il Papa: “E i poveri allora intuiscono, per grazia di Dio, che, anche in quella loro situazione di precarietà, la preghiera di un cristiano ha reso presente la compassione di Gesù: lui infatti guardava con grande tenerezza le folle affaticate e smarrite come pecore senza pastore”.