Una lettera, indirizzata alle più alte cariche dell’Unione europea e scritta da Reporter senza frontiere, con il sostegno di una decina di ogn, solleva il problema della repressione “senza precedenti” della stampa che sta continuando in Bielorussia. Dal 9 agosto scorso, sono stati 400 i giornalisti arrestati “per aver semplicemente esercitato la loro missione di coprire le manifestazioni pacifiche contro la rielezione fraudolenta di Alexander Lukaschenko”, 62 i casi di violenza fisica contro giornalisti, 11 operatori dei media attualmente in prigione. A questo si aggiungono detenzioni preventive sempre più lunghe e segnate da maltrattamenti, accuse penali “contro i giornalisti che lavorano per gli ultimi mezzi di comunicazione indipendenti rimasti”, con rischio di pene fino a sette anni. Le sanzioni imposte dall’Ue, continua la lettera, vanno nella “giusta direzione”, ma “purtroppo, non saranno sufficienti per porre fine alla repressione”. Le ong chiedono quindi altri passi concreti da parte dell’Ue, che aveva promesso di impegnarsi per la transizione democratica, e in particolare: “congelare tutti gli esborsi di assistenza finanziaria al governo bielorusso nell’ambito dello strumento europeo di vicinato” e in generale di ogni finanziamento europeo; altre sanzioni economiche e misure restrittive a persone ed enti coinvolti nelle violazioni; assistere giornalisti e professionisti dei media minacciati; istituire un meccanismo dedicato che sostenga i media indipendenti che lavorano in o per la Bielorussia.