“Una crisi di governo incomprensibile per gli addetti ai lavori e insopportabile per i cittadini”. Lo afferma Francesco Garofalo, presidente del Centro studi “Giorgio La Pira” di Cassano all’Jonio.
“Oggi, più che mai, in un contesto in cui la pandemia ha reso tutti più fragili, più insicuri, occorre, che la politica sia da esempio e abbia un cuore aperto all’ascolto ai bisogni di tanti e soprattutto, della povera gente”, osserva Garofalo, secondo cui “senza la capacità di aprire gli occhi e il cuore per ascoltare il grido di dolore di chi è povero, tutto diventa sterile. Tendere la mano e rendere concreto l’insegnamento di Gesù che dice: ‘Quello che avete fatto al più piccolo di questi lo avete fatto a me’”. “Abbiamo bisogno di riflettere su ciò che conta davvero, per frenare la nostra fretta e volgere lo sguardo a chi resta indietro ed è considerato scarto”, prosegue il presidente del Centro studi “La Pira”, evidenziando che “questa crisi rischia di farci perdere la capacità di considerare le persone e soprattutto i poveri come priorità, per cui le distanze aumentano, mentre la bramosia di pochi accresce la povertà di molti”. “Ma tutto questo presuppone una cosa: che la classe dirigente si assuma questo compito nuovo di far prevalere il bene comune sui calcoli di pochi”, conclude Garofalo, ricordando che “il governo – secondo La Pira – diventa così davvero quello che già san Tommaso preconizzava: l’architetto del bene comune; il garante, per tutti e del lavoro”.