“Presumere di farsi misura del bene e del male non è una scelta dei soli nostri progenitori, ma si ritrova nella vita degli uomini e delle donne di ogni tempo. Potremmo anche dire, senza troppe smentite, che caratterizza in modo speciale la cultura dominante nel nostro tempo, nella pretesa dell’uomo d’oggi di autodeterminarsi senza riferimenti, di autodefinirsi fino alla negazione di sé, di pensare la propria libertà come semplice esercizio del desiderio”. Lo ha detto, ieri, il card. Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, nella messa per la solennità dell’Immacolata Concezione, celebrata nella cattedrale di S. Maria del Fiore.
“La totale autonomia dell’uomo significa assenza di Dio, sua negazione”, ma “ogni volta che si perde Dio, si perde anche l’uomo, e questo può avvenire con l’esplodere della violenza ma anche sotto le forme suasive di un pensiero omologante. Non soffriremo magari la persecuzione, ma rischiamo oggi la cattura o il silenziamento, come quando addirittura si negano i fatti. È quanto si tenta di fare con il Natale, che avrebbe dovuto essere oscurato da anonime ‘feste’, secondo alcuni burocrati europei. Ma non è solo il Figlio di Dio a dover cadere nell’anonimato, bensì anche l’identità della persona umana, uomini e donne”.
Proprio “questa presunzione di definirsi senza Dio o addirittura contro di Lui è però ciò che ci mette a nudo”. 2Il peccato ci fa scoprire tutta la nostra fragilità” e “l’angoscia prende facilmente il posto della protervia con cui ci si incammina su strade nostre che non sono le strade di Dio. Non è Dio a mettere paura all’uomo, ma siamo noi che ci mettiamo paura ogni volta che scopriamo come la nostra arroganza ci conduce sull’orlo dell’abisso. Lo sperimentiamo di fronte al potere distruttivo delle armi di cui ci dotiamo per prevalere l’uno sull’altro, ma anche di fronte alle minacce di squilibrio dell’armonia del cosmo avendo tradito la nostra vocazione a essere rispettosi custodi dell’ambiente, come da ultimo ci sta mostrando un invisibile virus che ha penetrato il mondo degli uomini provenendo da ambiti, siano essi animalo o di laboratorio, che non abbiamo sufficientemente rispettato”.
Riflettendo sull’Immacolata Concezione della Vergine, il porporato ha osservato: “La totale estraneità di Maria dalla condizione di peccato” è “il segno di speranza che ci viene offerto, perché anche noi, aderendo al disegno di Dio, possiamo diventare partecipi della vittoria sul peccato. ‘Il Signore è con te’ dice l’angelo a Maria, manifestando la sua radicale unione con Dio, senza alcuna ombra di peccato. Quell’espressione sia un invito rivolto a ciascuno di noi: ‘Il Signore sia con te’, accogli cioè Dio nella tua vita, scaccia da te il peccato per far posto a Lui e a Lui solo. La vita cristiana prende forma alla luce della Vergine Maria”.