“I dati odierni resi noti dall’Istat sono l’ennesimo bollettino di guerra. Ormai non si tratta di trovare il colpevole, ma di cominciare a fare qualcosa che possa invertire la rotta. La natalità, inutile girarci intorno, è la nuova questione sociale. Per questo come ogni anno a maggio organizzeremo gli Stati generali della natalità. Vogliamo assicurare le pensioni? Non serve parlare di quota 100, quota 102 o quota 104, ma serve far ripartire la natalità. Stessa cosa per la sanità: a che servirà investire 20 miliardi del Pnrr sul Sistema sanitario nazionale se tra qualche anno crollerà tutto perché non sarà più sostenibile?”. Questo il commento di Gigi De Palo, presidente nazionale del Forum delle famiglie e ideatore degli Stati generali della natalità.
“Ormai non commentiamo nemmeno i dati angoscianti dell’Istat. Non tentiamo nemmeno più di fare analisi. Per questo servono decisioni politiche immediate e serie. Risoluzioni che non ammettono divisioni. Perché non immaginare una sorta di ‘clausola di salvaguardia’ per la famiglia, una ‘valutazione dell’impatto’ da prevedere per le misure che possono ricadere sui nuclei con prole. Ma come si può anche lontanamente immaginare di cambiare qualcosa se oggi la seconda causa di povertà in Italia è la nascita di un figlio? Non dovremmo parlare di altro, né scioperare contro una manovra finanziaria che riguarda – che lo si voglia o no – chi ancora deve nascere e non può scioperare”, osserva il presidente del Forum. “La tanto decantata sostenibilità ha a che fare anche con il ricambio intergenerazionale. Oggi dovremmo incominciare a chiederci se ha ancora senso parlare di equità trascurando di distinguere tra genitori e no; se ha senso un fisco che ancora una volta dimentica i carichi famigliari e la fatica di educare e crescere i cittadini di domani; se ha senso un paventato sciopero contro la quando a scioperare dovrebbero essere le famiglie perché vengono private”, aggiunge De Palo, che conclude: “Per questo urge un piano nazionale per la natalità che coinvolga tutti e che utilizzi le risorse del Pnrr. Stiamo scomparendo e questo sembra non interessare nessuno, tanto quando crollerà tutto noi non ci saremo. Ma i nostri figli sì”.