Corruzione: Libera, al via la campagna nazionale per monitorare il grado di trasparenza delle Università

“Concorsi pilotati, scambi di favori, “bandi sartoriali”, abusi di discrezionalità tecnica nelle commissioni di concorso, titoli e pubblicazioni che non corrispondono a quelle richieste dal bando, elusione da parte degli atenei delle disposizioni del Piano anticorruzione in materia di sorteggio dei commissari”. Un caleidoscopio di illegalità, irregolarità e opacità che, secondo Libera, colorano le Università italiane penalizzando spesso il merito a favore di una gestione familistica e personale. In occasione Giornata internazionale contro la corruzione Libera lancia una campagna nazionale per monitorare le università italiane dal titolo “ Esame da superare: la trasparenza”. “L’Università costituisce parte integrante del patrimonio culturale del nostro Paese, dove si coltiva la ricerca, si forma la classe dirigente e si trasmettono i saperi e i valori per far crescere il futuro – evidenzia Libera -. Ma l’Università è anche un contesto sensibile, in cui sono ravvisabili condotte opache e mancanza di integrità. È quindi importante promuovere azioni che conducano verso la trasparenza e la denuncia delle condotte illecite, valorizzando normative già esistenti”. Per questa ragione, commenta Libera, “abbiamo pensato di attivare un’azione di monitoraggio civico da parte degli studenti, per chiedere quanto alcuni strumenti utili a superare l”esame trasparenza’ siano presenti, diffusi e conosciuti all’interno degli atenei. Verrà chiesto di compilare un questionario attraverso il quale gli studenti potranno valutare quanto la propria Università utilizzi pienamente gli strumenti predisposti dalla legge 190/2012 e seguenti, che guardano alla trasparenza non come semplice adempimento burocratico, ma come presupposto per generare attenzione, monitoraggio e quindi prevenzione di abusi e corruzione. Le domande riguarderanno tre ambiti selezionati( piano anticorruzione, codice etico, Whistleblowing) che permetteranno di scattare una fotografia del ‘lato oscuro’ degli atenei italiani”.
Dal report dell’Anac “ Monitoraggio conoscitivo sulla “esperienza della trasparenza” emerge come il rispetto della trasparenza da parte dell’accademia sia considerato necessario da parte da chi l’università la vive dall’interno e come fruitore. Non a caso, tra tutte le amministrazioni, l’ università risulta al primo posto in questa speciale classifica di “utilità percepita” della trasparenza ( la messa a disposizione di dati aperti utilizzabili e riutilizzabili da tutti). Ciò che ancora funziona poco, collocando l’università all’ultimo posto è l’aggiornamento automatico dei dati, ossia la “standardizzazione dei flussi informativi”. Significa che, soprattutto se parliamo di performance, pagamenti, informazioni su chi governa l’ente e enti controllati, l’università è il fanalino di coda tra tutte le Amministrazioni.

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