Coronavirus Covid-19: Fiaso, in 15 giorni +32% non vaccinati e -33% vaccinati in terapia intensiva

L’ultimo report del 7 dicembre dei 16 ospedali sentinella di Fiaso conferma e consolida il trend, già evidenziato nella rilevazione del 30 novembre, delle ospedalizzazioni Covid nei reparti di rianimazione: in una settimana sono aumentati del 15% i pazienti ospedalizzati non vaccinati e sono diminuiti del 22% i ricoverati vaccinati. Dall’analisi della tendenza degli ultimi 15 giorni, dunque, emerge come i no vax in terapia intensiva abbiano avuto un rapido incremento del 32% e, di contro, i vaccinati in terapia intensiva si siano ridotti del 33%.
Complessivamente sono 97 i ricoverati nelle terapie intensive dei 16 ospedali sentinella con un incremento del 2% rispetto a una settimana fa quando erano 95. I pazienti non vaccinati sono 77 mentre quelli vaccinati risultano 20. Da sottolineare come i vaccinati siano tutte persone che hanno completato il ciclo vaccinale da oltre 4 mesi. Si tratta, inoltre, per il 75% dei casi di soggetti affetti da gravi comorbidità e con un’età media di 69 anni.
Numeri differenti, invece, per i no vax. I soggetti finiti in rianimazione senza aver mai avuto una dose di vaccino sono in media più giovani, 62 anni, e nel 42% dei casi sono persone sane che non soffrono di altre patologie.
Interessante anche la differenza del range di età che fra i vaccinati è fra 47 e 85 anni e fra i non vaccinati fra 21 e 83 anni.
“In una settimana si consolida il trend di crescita di ospedalizzazioni di pazienti non vaccinati in Terapia intensiva e di contestuale riduzione dei vaccinati in gravi condizioni – spiega il presidente della Fiaso, Giovanni Migliore –. Si tratta di un’ulteriore conferma dell’efficacia della vaccinazione nella protezione dalle forme gravi del Covid. Abbiamo comunque scelto di analizzare la condizione dei pazienti vaccinati in rianimazione e abbiamo rilevato come siano tutti soggetti che hanno completato il ciclo vaccinale da oltre 4 mesi: questo da una parte suggerisce la buona protezione della vaccinazione nei primi mesi, dall’altra conferma una volta di più l’importanza di una anticipazione della terza dose soprattutto per gli anziani fragili. Occorre dunque accelerare sulla somministrazione della terza dose allo scadere dei 5 mesi così come disposto dal ministero della Salute”.

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