Avvento: mons. Muser (Bolzano-Bressanone), “abbiamo bisogno di una nuova coesione. Fiducia e speranza nel Salvatore è la protezione più forte contro ogni diffidenza”

(Foto: diocesi di Bolzano-Bressanone)

“Anche quest’anno la pandemia da Coronavirus ha lasciato il segno, in tutto il mondo e anche da noi. Le tensioni sociali sono aumentate, soprattutto in questo secondo anno di crisi pandemica. Siamo diventati insicuri: nelle relazioni sociali, nelle prospettive economiche e professionali, nel futuro politico, insicuri anche nel nostro rapporto con la fede e la chiesa. Questa insicurezza si manifesta anche in parole e comportamenti aggressivi”. Lo segnala il vescovo di Bolzano-Bressanone, mons. Ivo Muser, nel messaggio “Verso il Natale 2021”.
“La nostra società non è stata da molto tempo così divisa come lo è ora. Quello che c’era già prima del Coronavirus è stato portato alla luce dalla pandemia. Alcuni accostano addirittura questo tempo al tragico periodo delle opzioni altoatesine. Vaccinazione: sì o no? Un minuscolo virus ci mette di fronte ad un vero e proprio banco di prova sociale – osserva il presule -. Le posizioni sono inconciliabilmente opposte l’una all’altra, non solo in pubblico. La spaccatura attraversa le famiglie, le cerchie di amici, le scuole, le aziende. So di persone che per questo non si parlano più e che hanno interrotto i contatti reciproci. Non è più possibile argomentare in modo obiettivo, le posizioni sono una accanto all’altra senza mediazione. È cresciuta anche l’irrazionalità, e con essa molte paure, sospetti e accuse; la libertà e la responsabilità sono giustapposte e messe l’una contro l’altra. La propria sensibilità e le proprie idee sono i criteri dominanti”.
Per il vescovo, “è stata infranta così tanta fiducia! Abbiamo urgente bisogno di una via d’uscita, di una nuova coesione – anche per il post-Coronavirus. Senza fiducia non c’è speranza e non c’è futuro. Nessuno può dare certezze definitive, nemmeno la scienza. La vita in questo mondo rimane fragile, vulnerabile, mortale – prima e anche dopo il Coronavirus. Dobbiamo riconciliarci con questa realtà. Tuttavia, io mi fido di coloro che hanno una responsabilità particolare in campo scientifico e nella società – non ciecamente, ma con buone ragioni. La loro raccomandazione di superare insieme questa pandemia è univoca. Appoggio questa raccomandazione con serenità, convinzione e fiducia – e anche per solidarietà e responsabilità”.
Il “non abbiate paura” del messaggio di Natale “non è uno slogan a buon mercato per perseverare in questa sfida globale. Non si tratta di coltivare un ottimismo mirato o distrarci da ciò che succede. Natale significa: Lui è qui. Non al di fuori delle nostre insicurezze, preoccupazioni e paure. In questo mondo Lui si è fatto uomo. Niente, nemmeno questa pandemia con le sue singolari e dolorose conseguenze, può separarci da Lui. Nella vita, nella morte e oltre questo mondo, Lui ci custodisce nella sua mano: non abbiate paura! Abbiate fiducia! L’Avvento e il Natale ci pongono anche quest’anno la domanda: vogliamo e abbiamo ancora bisogno del Salvatore? Abbiamo bisogno di fiducia – adesso e ben oltre il tempo della pandemia. Fiducia e speranza nel Salvatore: questo è il Natale, questa è la protezione più forte contro ogni diffidenza, contro la paura di vivere e di affrontare il futuro”.

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