Lavoro: Uecoop, “quasi 1 su 4 in smart working, bene accordo” per la contrattazione collettiva

“Smart working per quasi 1 lavoratore su 4 (24%) nel 2021 con oltre 5 milioni collegati all’ufficio dalla cucina, dal salotto, dallo studio o dalla camera da letto di casa, con computer, webcamera e linea Internet più o meno potente”. È quanto emerge dall’elaborazione dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop) su dati dell’Osservatorio del Politecnico di Milano nel commentare positivamente la firma al ministero del Lavoro del Protocollo nazionale con le linee di indirizzo per la contrattazione collettiva sul lavoro agile nel settore privato proposto dal ministro Andrea Orlando.
Secondo l’indagine di Uecoop su “Covid, il lavoro 4.0 in Italia”, nel corso dell’ultimo anno lo smart working ha riguardato 4 imprese su 10 (41%) con un incidenza molto variabile a seconda del settore considerato, dell’impegno di personale esterno con funzioni manuali e della possibilità di delocalizzare fra le mura domestiche dei dipendenti una parte dell’attività
“Il lavoro agile – evidenzia Uecoop – ha molte sfumature che vanno dall’orario alle difficoltà di connessione, dalla produttività fino alla possibilità di concentrarsi in un ambiente domestico dove magari ci sono altri familiari o bambini, tutte variabili che influiscono sulla produttività del lavoro”. “Per questo – continua l’Unione europea delle cooperative – sono apprezzabili nell’accordo siglato al ministero i principi che regolano la volontarietà e dell’alternanza tra attività in presenza e da remoto, sull’accesso al lavoro agile, sul trattamento economico, sulla parità di genere, sulla formazione e sulle dotazioni tecnologiche”.
Tra i problemi segnalati da Uecoop ci sono l’aggiornamento e la capacità del personale oltreché le adeguate conoscenze informatiche e la dotazione tecnologica dei dipendenti. Dall’indagine è emerso che elementi particolarmente apprezzati ricadono nella sfera dell’organizzazione del lavoro: maggiore autonomia (14%) e flessibilità (12%) nella gestione dei carichi di lavoro. “Oltre a registrare un miglioramento dei risultati professionali secondo 3 addetti su 4 (76%), lo smart working – evidenzia Uecoop – ha permesso di recuperare il tempo perso negli spostamenti fra casa e lavoro, facendo risparmiare risorse alle famiglie anche sulla spesa per la pausa pranzo e per l’abbigliamento”. “Esistono però anche gli scontenti – conclude l’Unione europea delle cooperative – con il 29% dei lavoratori che ha denunciato difficoltà a separare il tempo dedicato all’attività professionale da quello invece da riversare alla famiglia e alla propria persona con un precario equilibrio fra le due sfere di vita”.

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