Dopo la Francia, la Svizzera: la Conferenza dei vescovi svizzeri (Cvs), la Conferenza delle unioni degli ordini religiosi e delle altre comunità di vita consacrata in Svizzera (Kovos) e la Conferenza centrale cattolica romana della Svizzera (Rkz) hanno affidato all’Università di Zurigo il compito di realizzare uno studio “indipendente e di natura storica” sullo “sfruttamento sessuale nell’ambito della Chiesa cattolica romana in Svizzera dalla seconda metà del XX secolo”. È la Conferenza episcopale elvetica a dare oggi la notizia motivandola in questo modo: “Moltissime persone hanno patito grandi sofferenze a causa degli abusi sessuali nell’ambito della Chiesa cattolica romana in Svizzera. Un riesame scientifico è un dovere innanzitutto nei confronti delle vittime – anche per trarne un insegnamento per il futuro”. L’iniziativa viene pertanto motivata come “un’importante tappa verso il riesame della tematica degli abusi sessuali nel contesto della Chiesa cattolica romana in Svizzera”. Lo studio è diretto da due donne: le professoresse Monika Dommann e Marietta Meier. Un consiglio scientifico nominato dalla Società svizzera di storia (Sss) garantisce la qualità scientifica e l’indipendenza del progetto. Gli organismi committenti ritengono infatti necessaria “questa indipendenza” per “rendere giustizia alle vittime.” Lo studio “deve anche mostrare in che modo si dovrà tener conto della voce delle vittime in futuro”. La nota spiega inoltre che “per garantire l’indipendenza scientifica e consentire un lavoro di ricerca indisturbato, i media e il pubblico saranno informati nuovamente solo quando saranno disponibili i risultati dello studio. I suddetti risultati saranno riportati in un rapporto conclusivo che sarà pubblicato in tedesco, francese e italiano. Una volta che questo rapporto finale sarà disponibile, le committenti valuteranno i passi successivi”. La Conferenza episcopale assicura infine che solo a marzo 2022 saranno fornite “ampie informazioni in merito al progetto”.