“Io oggi forse vedo due pericoli contro la democrazia: uno è quello dei populismi, che sono un po’ qua, un po’ là, cominciano a far vedere le unghie”. Lo ha detto il Papa, rispondendo alle domande dei giornalisti durante il volo di ritorno dal viaggio a Cipro e in Grecia. “Io penso a un grande populismo del secolo scorso, il nazismo, che è stato un populismo che difendendo i valori nazionali, così diceva, è riuscito ad annientare la vita democratica, anzi la vita stessa con la morte della gente, a diventare una dittatura cruenta”, l’esempio scelto da Francesco: “Attenti che i governi non scivolino su questa strada dei populismi, dei cosiddetti politicamente ‘populismi’, che niente hanno a che vedere con i popolarismi che sono l’espressione libera dei popoli, che si mostrano con la loro identità, il loro folklore, i loro valori, l’arte… Populismo è una cosa, il popolarismo un’altra”. “Né cadere nei populismi in cui il popolo, si dice il popolo ma non è il popolo ma una dittatura proprio del ‘noi e non gli altri’, pensa al nazismo, né cadere in un annacquare le proprie identità in un governo internazionale”. “L’indebolimento della democrazia si ha per il pericolo dei populismi che non sono popolarismi, e per il pericolo di questi riferimenti a potenze internazionali economici, culturali”, ha spiegato il Papa citando il romanzo scritto nel 1902 da Benson, “Il padrone del mondo”.