“La ringraziamo per il Suo interesse per i migranti e i rifugiati, come anche per le società locali, come Lesbo, che hanno sopportato questo peso sproporzionato dell’afflusso dei migranti”. È il saluto di mons. Joseph Printezis, vescovo di Naxos-Tinos, al Papa, che è entrato dal cancello est del “Reception and Identification Center” di Lesbo alle 9.50 circa e ha salutato uno per uno i 200 migranti che lo hanno accolto lungo le transenne, soffermandosi soprattutto con i bambini.” Nel 2016 Lei aveva elogiato il popolo di Lesbo per la sua umanità e apertura di cuore verso i profughi che sono finiti sulle coste della nostra isola”, ha proseguito il vescovo: “Siamo onorati di questo riconoscimento e Le siamo grati. La sua parola conforta i perseguitati e fortifica i buoni Samaritani di quest’isola e di ogni luogo che li accoglie”. “A Lesbo e nelle altre isole greche, i profughi hanno incontrato cristiani – ortodossi e cattolici – disposti a sostenerli nella loro sofferenza”, ha raccontato mons. Printezis: “La Caritas Hellas, l’organizzazione caritativa della nostra Chiesa, dal primo momento della crisi dei rifugiati si è chinata con particolare attenzione sui loro bisogni e ha cercato di ascoltare il loro passato, di aiutarli nella situazione attuale e di sostenerli nei loro passi per il futuro. Anche adesso che molti dei rifugiati hanno lasciato questo luogo, la Caritas Hellas continua ad accompagnarli nella loro integrazione nella società greca o nel loro transito verso altri Paesi”. “La ringraziamo per essere diventato la voce di chi non ha voce”, ha concluso il vescovo: “La sua è la voce della pace. La ringraziamo per averci ricordato che nel volto di ogni rifugiato siamo chiamati a vedere il volto di Cristo”.