“Mi chiamo Christian Tango Mukalya, “Sono un rifugiato proveniente dalla Repubblica Democratica
del Congo. Sono arrivato in Grecia a Lesbo dal 28 novembre 2020. Ho 30 anni, sono padre di una famiglia
con tre bambini piccoli. Due bambini sono con me, l’altro è con la mamma, non hanno avuto la possibilità
di raggiungermi in Grecia e di loro non ho più notizie fino ad ora”. A portare la sua testimonianza al Papa, nell’hot spot di Lesbo, è stato Christian Tango Mukalya, che ha ringraziato il Santo Padre “per la sollecitudine paterna e lo spirito di umanità” e l governo e il popolo greco, “per lo spirito umanitario con cui mi hanno accolto conferendomi una pace, un riparo e il necessario per la sussistenza, malgrado qualche difficoltà. Non posso dimenticare la parrocchia della Chiesa cattolica, la mia attuale parrocchia di Mytilene a Lesbo, che mi ha sostenuto con affetto come un bambino e nella quale prego il Signore nostro Dio”. “I nostri momenti difficili, li ho affidati a Dio”, ha raccontato Christian: “Come rifugiato, io sono un pellegrino, richiedente asilo alla ricerca di un rifugio sicuro, di pace, della sussistenza della mia famiglia e dell’educazione dei miei due figli, in seguito
alla persecuzione e alla minaccia di morte nel mio Paese d’origine”. “Abbiamo avuto delle difficoltà per arrivare qui: sono enormi”, ha testimoniato Christian: “Non posso descrivere tutto in queste righe. Ma grazie a Dio le abbiamo superate. Preghiamo che queste difficoltà mie e di tutti i miei fratelli rifugiati siano superate, per avere, come ho detto prima, un luogo sicuro in Europa per il futuro delle nostre famiglie e soprattutto per i nostri figli che hanno bisogno di una buona istruzione”.