Terzo settore: Pallucchi (Forum), “sostenere la solidarietà deve essere una scelta politica tangibile”

“Agli effetti devastanti della crisi derivata dalla pandemia si è aggiunta l’insensibilità della politica che, invece di sostenere le attività degli enti del Terzo Settore, ha voluto colpirli”. È la denuncia del Forum nazionale del Terzo Settore. “In questi mesi abbiamo ascoltato più volte parole di apprezzamento per l’opera svolta dal Terzo settore e dal volontariato da molti esponenti politici, le parole di riconoscimento che ci aveva dedicato alcune settimane fa il presidente Draghi ci avevano fatto ben sperare. Dobbiamo purtroppo constatare che non sono seguiti i fatti. Per questo ci appelliamo al premier perché nel 2022 si cambi passo, altrimenti centinaia di piccole e piccolissime associazioni correranno il rischio di scomparire e la tenuta sociale del paese si indebolirà in una situazione già di crisi”, dichiara Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum nazionale del Terzo Settore.
Quello che si sta concludendo è stato infatti “un anno molto difficile per le oltre 350mila organizzazioni non profit italiane: associazioni, organizzazioni di volontariato, imprese e cooperative sociali, quotidianamente in prima linea in innumerevoli attività di impegno civico e sociale”.
Gli effetti della pandemia hanno colpito soprattutto “le iniziative legate alla socialità, la cultura, l’educazione. Molti enti si sono rapidamente riconvertiti per rispondere alle nuove emergenze sociali e sanitarie, ma altri hanno dovuto chiudere sia per difficoltà oggettive dovute all’impossibilità di continuare a fare sul campo quel lavoro di relazione e coesione nelle comunità, ma anche per le incertezze sulle nuove norme e sul regime fiscale che gli enti dovranno assumere con la riforma del Terzo Settore, che anche nel 2021 rimane in parte inattuata”.
“Si tratta di un comportamento inspiegabile e comunque inaccettabile – prosegue Pallucchi – il Terzo settore è impegnato da sempre nell’aiuto alle persone più fragili, a rendere vive e attive le nostre comunità. In futuro ci sarà ancora più bisogno di terzo settore, ci sarà più bisogno di solidarietà. Ci sembra che a partire dalla legge di bilancio e dall’attuazione del Pnrr, invece, la risposta al contrasto alle disuguaglianze e alle vecchie e nuove povertà in favore di diritti e benessere diffusi, vede insufficienti investimenti e una carente visione di sistema, dentro al quale il Terzo Settore, potrà fare la differenza se messo però nelle opportune condizioni”.
“Vorremmo uscire dalla retorica per passare a fatti concreti e tangibili. Sono almeno tre le priorità: uscire subito dall’odissea della riforma e andare ad una sua rapida attuazione, riconoscere il ruolo del Terzo settore e delle sue competenze nel campo dell’innovazione sociale nel Pnrr, investire maggiormente sull’economia sociale che può rappresentare uno straordinario volano di sviluppo e di innovazione per il nostro Paese. Su questi punti chiediamo che il presidente del Consiglio convochi al più presto la cabina di regia interministeriale sul Terzo settore, prevista dalla legge”, conclude Pallucchi.

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