I cappellani cattolici del Cie di Aluche, a Madrid, hanno concelebrato una messa a cui hanno partecipato una ventina di internati. Lo si legge sul sito dell’arcidiocesi di Madrid. “Preghiamo, cantiamo un canto natalizio, diamo loro gli auguri di Natale e anche un messaggio di Papa Francesco, un piccolo lavoro intorno al presepe , ha spiegato il delegato della diocesi per la Mobilità umana, Rufino García Antón, in un’intervista a “Iglesia al Día” di Trece.
“È stata un’esperienza molto ricca, perché ti immergi nel dolore e nella sofferenza delle persone e ti fa celebrare il Natale non in modo addolcito, ingenuo, ma in modo realistico e vivace – ha affermato -. C’erano Giuseppe, Maria e Gesù, in quella mangiatoia, perché nella locanda non c’era posto”.
Il sacerdote ha anche denunciato che gli internati vivono una situazione “poco degna, per non dire indegna” e ha sottolineato che il ruolo della Chiesa in questi centri – frutto di un accordo firmato nel 2014 tra la Conferenza episcopale e il Ministero della Interno – passa attraverso “l’accompagnamento e l’attenzione umana”, attraverso l’allestimento di “spazi per la celebrazione religiosa come quello che abbiamo avuto l’altro giorno”, aperti anche a “persone non necessariamente cattoliche”, e attraverso la “rete con altre entità che hanno una presenza”.
La cappellania cattolica del Cie di Aluche dipende dal Vicariato per lo sviluppo umano integrale e l’innovazione dell’arcidiocesi di Madrid ed è attualmente esercitata dal vicario, José Luis Segovia, e dallo stesso García Antón.