La Chiesa cattolica in Romania ha perso un vescovo e sette sacerdoti quest’anno, a causa della pandemia di Coronavirus; il più giovane di loro aveva 54 anni. Il 2021 è iniziato con la scomparsa, il 12 gennaio, del vescovo greco-cattolico di Cluj-Gherla, Florentin Crihălmeanu, 61 anni. Durante l’anno, le diocesi latine di Bucarest, Iași, Alba Iulia e Oradea hanno perso ciascuna un sacerdote, come anche le eparchie greco-cattoliche di Cluj-Gherla e Maramures, e la provincia romena dei Frati minori conventuali. Nonostante l’accesso ai vaccini e vari periodi meno restrittivi, la pandemia ha continuato a sconvolgere la vita religiosa; varie Chiese locali lamentando la scarsa partecipazione dei fedeli alla messa e difficoltà nell’organizzare eventi diocesani o visite pastorali. Alcune diocesi hanno dovuto annullare quest’anno iniziative con partecipazione in presenza, come l’incontro diocesano delle famiglie dell’Eparchia greco-cattolica di Bucarest o la conferenza sull’eucaristia, che l’arcidiocesi di Alba Iulia aveva programmato in collegamento al congresso eucaristico internazionale di Budapest. Varie iniziative o eventi sono continuati su Internet o anche in presenza, ma con numero ristretto di partecipanti e osservando le misure sanitarie, come la consacrazione del nuovo vescovo ausiliare di Iași, mons. Petru Sescu.
Le Caritas diocesane hanno intensificato il loro servizio in questo secondo anno di pandemia, ma altre organizzazioni e congregazioni religiose hanno dovuto restringere le attività. Inoltre, c’è chi, per mancanza di fondi, pensa di chiudere progetti sociali, come le Suore della Provvidenza, nella diocesi di Iași, costrette a rinunciare all’assistenza a domicilio dei malati e degli anziani. “Accogliamo il 2022 con la speranza che la vita della Chiesa si svolgerà con una certa normalità, pensando alla partecipazione più numerosa dei fedeli ai sacramenti e alle iniziative diocesane. Ma penso anche all’incontro mondiale delle famiglie, celebrato pure al livello diocesano, all’incontro nazionale dei giovani e al cammino sinodale iniziato anche dalla nostra chiesa locale”, ha dichiarato al Sir don Francisc Ungureanu, segretario generale della Conferenza episcopale romena (Cer).